Corriere della Sera (Roma)

Molesta quattro ragazzine arrestato maestro di karate

L’uomo ha 83 anni. Due delle vittime sono under 14

- G. De Santis

Con l’accusa di abuso di atti sessuali su minorenni sono stati disposti gli arresti domiciliar­i per Alberto Evangelist­a, «gran maestro» di karate. Il profession­ista di arti marziali, 83 anni, secondo il magistrato avrebbe molestato quattro minorenni durante le sue lezioni. Due sono sorelle, entrambe di età inferiore ai quattordic­i anni. A far scattare le indagini, che sono state coordinate dal pubblico ministero Silvia Santucci, sono state le denunce dei genitori, rappresent­ati nel procedimen­to dall’avvocato Maria Teresa Manente. Il provvedime­nto di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminar­i nei confronti dell’anziano insegnante di karate è stato eseguito nella giornata di ieri dagli uomini della polizia giudiziari­a.

Con l’accusa di abuso di atti sessuali su minorenni sono stati disposti gli arresti domiciliar­i per Aberto Evangelist­a, «gran maestro» di karate. Il profession­ista di arti marziali, 83 anni, avrebbe molestato quattro minorenni durante le sue lezioni. Due sono sorelle, di età inferiore ai quattordic­i anni. A far scattare le indagini, condotte dal pm Silvia Santucci, sono state le denunce dei genitori, rappresent­ati dall’avvocato Maria Teresa Manente. Il provvedime­nto è stato eseguito al termine di un lungo iter giudiziari­o, avviato lo scorso maggio dalla procura che aveva subito chiesto l’arresto del «gran maestro» ma aveva dovuto incassare il rigetto del gip. A quel punto gli inquirenti hanno fatto ricorso in cassazione, ottenendo ieri il via libera all’esecuzione della misura.

I fatti – secondo l’accusa sono avvenuti nel corso del 2017 quando le due ragazzine s’iscrivono al corso di karate. A impartire le lezioni è Evangelist­a, molto famoso nell’ambiente delle arti marziali. Entusiaste, non mancano mai a un appuntamen­to. Poi però qualcosa cambia. Da adolescent­i piene di brio si trasforman­o in ragazze schive, soprattutt­o in famiglia. Si chiudono e d’un tratto arrivano a chiedere persino di evitare di andare a lezione, proprio loro che hanno sempre avuto una passione sconfinata per il karate.

In particolar­e a insinuare nei genitori i peggiori incubi sono alcune frasi scritte da una delle figlie in un tema sul Minotauro. Queste le parole che accendono il campanello d’allarme: «Un piccolo e insignific­ante pugnale non ucciderà il mostro(….). II mio cuore è d’acciaio, ma quello di colui che devo uccidere è di ghiaccio( …) Quando tornerò, sarò sporca e mi vergognerò tanto (…) ». Frasi che aprono scorci su una realtà impronunci­abile. La madre decide di portare all’attenzione della procura i dubbi sul dramma vissuto dalle figlie. E cosi il pm sente le due alunne di karate in audizioni protette. La sicurezza avvertita nelle stanze al terzo piano di piazzale Clodio le convince a raccontare, tra le lacrime, gli abusi del maestro. L’insegnante – secondo i loro racconti – approfitte­rebbe del suo ruolo per importunar­le. Emerge anche la ragione per cui le due ragazze scelgono per tanto tempo il silenzio. Il maestro è rispettato, e l’aurea di stima che si porta intorno le fa stare zitte, impaurite dalle conseguenz­e. Verificata la credibilit­à delle due vittime, il pm procedere a chiedere (e ieri a ottenere) i domiciliar­i dell’indagato. Apporto fondamenta­le alla formazione del quadro accusatori­o è stato fornito anche dagli agenti della polizia del commissari­ato Monteverde. Nel corso dei mesi sono saltate fuori anche altre due vittime.

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