Bilancio in rosso del Daspo urbano Una multa pagata
Il Comune non approva il regolamento: così non si può applicare nelle aree monumentali
Dopo il Daspo, non rispettato, è scattata la denuncia per inosservanza di un provvedimento dell’autorità. È la prima volta che accade, ma la decisione dei carabinieri dà la misura di quanto sia complicata l’applicazione del Daspo. E la mancata approvazione, da parte del Comune, del regolamento di polizia urbana rende impossibile applicare il Daspo nelle aree monumentali.
Sono tornati laddove mesi fa erano stati allontanati dai carabinieri. L’area esterna della stazione Termini. Nemmeno il daspo urbano li ha fermati. Una battuta d’arresto per il provvedimento che dovrebbe rappresentare una svolta nel contrasto al degrado e alla mancanza di sicurezza. Un polacco di 39 anni e una campana di 34 sono stati sorpresi dai militari mentre si aggiravano ancora nei dintorni di piazza dei Cinquecento e a questo punto per loro è scattata una denuncia per inosservanza di un provvedimento dell’autorità in materia di ordine e sicurezza pubblica. È la prima volta che accade e i carabinieri hanno fatto ricorso alla denuncia a piede libero proprio come avevano fatto per le molestie contestate a chi avvicina i turisti circondandoli e strattonandoli per ottenere l’elemosina.
Misure adottate dall’Arma nei controlli - gli ultimi con quattro arresti, 20 denunce e 9 ordini di allontanamento nelle zone a ridosso degli scali ferroviari e delle stazioni della metropolitana (nonché capolinea di bus e pullman), che suppliscono alle mancanze del Daspo urbano, a mezzo regime in attesa che il Comune a un anno e mezzo dall’entrata in vigore del decreto Minniti approvi il nuovo regolamento di polizia urbana, che prevede l’ampliamento del provvedimento alle aree della movida nonché a quelle monumentali, artistiche e di interesse storico. Insomma al Colosseo e al Centro, dove il Daspo emanato dal questore potrebbe avere un’applicazione maggiore anche da parte di polizia e vigili.
Finora soltanto i carabinieri della compagnia Roma Centro hanno richiesto 25 misure ottenendone sette, ma hanno anche disposto oltre 200 ordini di allontanamento per 48 ore - propedeutici al Daspo urbano - con altrettante multe da 100 a 300 euro (100 euro entro 60 giorni in misura ridotta). Solo che fino a oggi - ed è questa un’altra delle difficoltà nella completa applicazione della misura - soltanto in un caso la sanzione è stata pagata. Da uno straniero che ha
avuto anche l’accortezza di spedire la ricevuta in caserma. Un caso raro, a questo punto, che conferma come ci siano complicazioni nell’applicazione della legge. Tanto più che la procedura che sfocia nel Daspo urbano non è breve, visto che la Questura deve esaminare tutta la documentazione relativa al soggetto segnalato, con gli ordini di allontanamento che gli sono stati notificati. In più il Daspo va da sei mesi a due anni, ma se è superiore ai sei mesi deve essere convalidato dal gip. C’è poi un altro intoppo: il rischio prescrizione delle sanzioni pecuniarie per le quali l’ufficio contravvenzioni del Comune, a differenza di quel che accade per le violazioni del codice della strada, deve emanare un’apposita ordinanza con l’ingiunzione di pagamento. Procedura che, per la verità, dopo un inizio in salita ora sembra essere migliorata.
Caso raro Uno straniero ha spedito la ricevuta in caserma. Le altre sanzioni a rischio prescrizione