«Ovunque proteggimi», un’insolita love story
Il primo lungometraggio, Perfidia, premiato al Festival di Locarno, l’aveva costruito intorno alla vicenda umana e complessa di un figlio e padre. Legami di famiglia anche nel nuovo film di Bonifacio Angius, Ovunque proteggimi, appena passato con successo al 36 Torino Film Festival e ora nelle sale (stasera alle 20 il regista sassarese lo presenterà al pubblico del Nuovo Aquila dove poi rimarrà in programmazione).
Il cuore della storia sono Alessandro, cinquantenne musicista di poca fortuna, alcolista, che ancora vive a casa della madre di cui elemosina i soldi per fare l’alba con ragazze che potrebbero essere sue figlie. E Francesca che la giustizia e la società non ritengono idonea a fare la madre: suo figlio Antonio è in carico ai servizi sociali. Si incontrano nella corsia di un ospedale dove si effettuato Tso (trattamenti sanitari obbligatori) e insieme intravedono la possibilità di un epilogo diverso per entrambi. «Il protagonista di Perfidia era passivo, remissivo, mentre la caratteristica principale dei personaggi di Ovunque proteggimi è l’impulsività. Sono entrambi elementi del mio carattere, ma esasperati. Quando costruisco dei personaggi parto da me stesso. Stavolta avevo paura a raccontare un personaggio femminile, perché ho avuto un’educazione maschilista e ho difficoltà a immedesimarmi nei pensieri di una donna. Così l’ho raccontato come se fossi io, ma di sesso femminile».
Prodotto da Andrea Paris e Matteo Rovere per Ascent Film con Rai Cinema, il film è interpretato da Alessandro Gazale, già in Perfidia, e Francesca Niedda, compagna del regista. Sono loro il «cuore pulsante» del film. Entrambi molto bravi e perfetti per evidenziare «quella stessa umanità che non si accorge della loro esistenza e voglia di vivere ma anche quell’umanità di cui loro e noi stessi facciamo parte». Una battaglia difficile, «persa in partenza che però può darci la sensazione di sentirmi e di sentirci un po’ meno soli».
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