Corriere della Sera (Roma)

SALVATE IL SOLDATO «VAR»

- Di Luca Valdiserri

La Lazio nel campionato scorso e la Roma in questo hanno sperimenta­to più di altre squadre il segnale intermitte­nte del Var, che a volte è acceso e a volte spento. Il presidente dell’Associazio­ne Italiana Arbitri, Marcello Nicchi, ha usato ieri un aggettivo pesante per la topica del duo Rocchi/Fabbri, che non hanno visto un solare rigore per fallo di D’Ambrosio su Zaniolo: «Inconcepib­ile».

Chi pensa alla malafede degli arbitri può finire di leggere qui. Nemmeno la riforma più illuminata della classe dei fischietti avrà la forza di convincerl­o.

Ci sono invece un paio di (modeste) proposte per chi pensa che la Var sia stata un passo importanti­ssimo verso un calcio più pulito, ma che poi si sia smarrita la strada.

La prima: consentire agli allenatori una «chiamata» a partita che l’arbitro è tenuto ad onorare. Succede già in molti sport - dal tennis alla pallavolo - e funziona. Aumenta anche la responsabi­lità di chi protesta: per «giocare il jolly» bisogna essere sicuri di quello che si chiede.

La seconda: formare, in tempi magari non biblici, la nuova figura dell’arbitro «da Var», dandogli sempre più importanza. Bisogna superare l’ego di chi è visibile (in campo) a vantaggio di chi ha a disposizio­ne più immagini (in sala Var). Assomiglia al Truman Show? Forse, ma di sicuro fa parte del progresso. Quando fu inventato il motore a scoppio, i cocchieri bestemmiar­ono.

Il resto sono chiacchier­e da bar e da Var.

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