Faccia a faccia di due ore tra Inzaghi e i giocatori
Due ore di confronto negli spogliatoi. Duro, senza esclusione di colpi. Inzaghi e i giocatori si sono chiusi nello stanzone a Formello, si sono guardati negli occhi e si sono detti in faccia molte cose. L’allenatore ha manifestato il disappunto per le ultime esibizioni della Lazio: se a Cipro c’era la scusante delle tante (troppe?) riserve schierate, il primo tempo contro il Chievo ha dimostrato che il male è più profondo e riguarda anche i titolari. Sul banco degli imputati ci sono soprattutto Milinkovic-Savic, irriconoscibile, e Luis Alberto, svanito. Anche i dirigenti sono delusi tanto più che al serbo è stato pure riconosciuto un sostanzioso aumento di ingaggio.
Alcuni giocatori hanno storto il naso per il ritiro che comincia oggi e dovrebbe arrivare a sabato, giorno della partita contro la Samp. La scelta di chiudere la squadra a Formello appartiene a Lotito, ma Inzaghi non è contrario e ha accettato la decisione del presidente: è una delle poche questioni sulle quali vanno d’accordo in questo periodo. Si tratta di un ritiro «di riflessione», secondo i toni edulcorati del club, ma somiglia molto a un provvedimento punitivo.
Lotito ieri è stato a Milano, al Consiglio di Lega. Il problema principale della Lazio, adesso, riguarda proprio il rapporto tra il presidente e Inzaghi. Non si capiscono più, sono su posizioni contrapposte: uno si aspettava risultati migliori e una differente gestione dell’organico, che ritiene di primissimo piano; l’altro si lamenta per un mercato che, al di là delle dichiarazioni ufficiali, non ritiene all’altezza di una squadra che punta alla Champions. La crisi è profonda, il contratto di Inzaghi arriva fino al 2020 ma ipotizzare oggi un suo futuro così lungo sulla panchina biancoceleste è quanto meno arduo.