Vincenzo Cerami, omaggio e incontro
Il ricordo di Piovani e il film «Salto nel vuoto»
Il cinema e le sue parole saranno protagonisti della quindicesima edizione di Percorsi di Cinema, domani alla Casa del Cinema, con l’appuntamento «Omaggio a Vincenzo Cerami». Un evento nell’evento che chiude la rassegna organizzata dall’Associazione nazionale Autori cinematografici, ideata nel 2004 da Alessandro Rossetti e Massimo Sani, riportando sul grande schermo della Sala Deluxe Salto nel vuoto, film diretto da Marco Bellocchio di cui Cerami firmò la sceneggiatura. Non solo, in programma anche un incontro per ricordare la figura e l’opera dello sceneggiatore romano scomparso cinque anni fa, che vedrà la partecipazione di Nicola Piovani, Paolo Repetti, Roberto Perpignani e Giuseppe Di Piazza.
«In Italia i grandi sceneggiatori affiancarono, se non addirittura trainarono, il lavoro dei maestri del nostro cinema — commenta Francesco Ranieri Martinotti, presidente dell’Anac — e il loro lavoro fu una delle chiavi del successo del cinema italiano nel mondo. La nostra associazione, fondata nel 1952, per prima riunì registi e sceneggiatori, e anche per questo nell’edizione 2018 di Percorsi di Cinema abbiamo voluto porre l’accento sull’arte della scrittura cinematografica. Ci è sembrato dunque doveroso dedicare un appuntamento a Vincenzo Cerami, tra i nostri autori più importanti, il cui ruolo nella storia del cinema italiano recente non è stato ancora sufficientemente valorizzato».
A farlo è invece Raffaele Meale, critico e curatore di questa giornata-omaggio, che si è immerso negli archivi della filmografia di Cerami scegliendo di riaccendere i riflettori su una pellicola del 1980: Salto nel vuoto, appunto, che sarà proiettata alle 16. Un film girato a Roma e presentato in concorso al trentatreesimo Festival di Cannes, che valse ad Anouk Aimée il premio per la migliore interpretazione femminile e a Michel Piccoli quello per la migliore interpretazione maschile. «La sceneggiatura di Cerami, messa a punto con Piero Natoli e lo stesso regista — spiegano gli organizzatori — valorizza in pieno la poetica di Bellocchio, lavorando una volta di più sulla follia montante all’interno del nucleo familiare, sul desiderio di un’evasione impossibile, sulla casa come spazio labirintico, chiuso e misterico allo stesso tempo. E sulla disgregazione dell’Io, in ogni sua forma. A quasi quarant’anni dalla sua realizzazione, questa è l’occasione per riscoprirlo».