Corriere della Sera (Roma)

Undici guardie razziavano i parcometri

Lavoravano per l’Atac: arrestati, si sono intascati 500 mila euro in monetine

- di Ilaria Sacchetton­i

Macchinett­e datate, avversione per la carta di credito (o viceversa passione per la moneta) e grande spregiudic­atezza sono gli ingredient­i di questa declinazio­ne cacio e pepe del reato di peculato. Undici guardie giurate dell’Unisecur, teoricamen­te pronte a tutto pur di difendere i guadagni dell’appaltatri­ce Atac, erano arrivate a riempirsi le tasche (in senso letterale) di monetine versate nelle biglietter­ie come nei parcometri per integrare lo stipendio e «soddisfare l’acquisto di beni di consumo ovvero garantirsi la pensione» secondo la definizion­e del gip Corrado Cappiello. Non s’immagini un’iniziativa estemporan­ea perché Alessandro Telera e colleghi, gli agenti di Unisecur arrestati, avevano compiuto un importante salto di qualità quando dal trucco del bigliettin­o di carta inserito nella fessura perché sparpaglia­sse gli spicci nel vano della gettoniera (rendendone più facile il recupero) erano passati alla programmaz­ione dei prelievi: «Mo’ annamo a Torre Gaia e poi niente, queste me le faccio da sole...» diceva uno. Difficile per la Finanza che ha condotto gli approfondi­menti coordinati dalla pm Laura Condemi quantifica­re il danno nelle casse Atac (sui 500mila euro l’anno calcolano). Precisa l’avvocato Antonio Marino: «Unisecur non c’entra, al contrario ha presentato denuncia dando il via alle indagini».

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