Verrà da Torpignattara la prima nota della notte
Aprirà la Piccola orchestra: ragazzi da tutto il mondo
Sei anni di attività, tre dischi incisi, una valanga di concerti e un bel bottino di riconoscimenti (dal Premio MigrArti del Mibact al Premio Cultura contro le mafie al meeting delle Etichette indipendenti fino al Premio Simpatia, il cosiddetto Oscar capitolino). La Piccola orchestra di Torpignattara, che il 31 dicembre sul palco del Circo Massimo darà il via ai festeggiamenti di Capodanno, è il simbolo di una città giovane, multietnica e di talento.
L’ensemble, fondato nel 2012 da Domenico Coduto con la direzione artistica di Pino Pecorelli e il coordinamento socio-educativo di Daniele Cortese, riunisce una trentina di romani e «nuovi italiani», figli d’immigrati tra i 12 e i 18 anni arrivati da 13 Paesi: Polonia, Egitto, Senegal, Eritrea, Tunisia, Nigeria, Cuba, Argentina, Colombia, Filippine, Bangladesh, Cina e Guatemala. Cantano nelle lingue d’origine e suonano gli strumenti tradizionali recuperati da ogni angolo del mondo.
Eppure non si tratta di una semplice versione junior dell’Orchestra di piazza Vittorio (di cui tra l’altro Pecorelli è fondatore e vicedirettore). «Lo spirito è lo stesso ma c’è una differenza sostanziale: questi giovani non sono stranieri che arrivano a Roma e decidono di mescolare la propria
cultura con la nostra spiega il direttore artistico -. Al contrario gli elementi della Piccola orchestra di Tor Pignattara sono già il frutto della mescolanza e il risultato, per alcuni versi splendido e per altri contorto, dell’immigrazione: sono figli di coppie miste o di immigrati residenti in Italia, ragazzi cresciuti nei centri di prima accoglienza o nelle case famiglia. Praticamente sono tutti romani, soltanto che vengono percepiti come stranieri».
Immigrati di seconda generazione di cui Tor Pignattara si fa metafora. «L’idea di un progetto musicale multietnico dedicato agli adolescenti è nata in questo quartiere, dove abita l’ideatore Coduto – ricorda Pecorelli - ma non c’è nessun confine rionale. In questi anni abbiamo lavorato con oltre cento ragazzi di qualsiasi provenienza e, anzi, siamo alla continua ricerca di nuovi piccoli musicisti. Il prossimo passo sarà coinvolgerli già dagli otto anni, perché è un’età in cui è importante partecipare ad attività creative di gruppo». E «la soddisfazione più bella è vedere che alcuni dei bambini con cui siamo partiti hanno scelto di intraprendere la carriera del musicista».
La sera del 31 dicembre la Piccola orchestra presenterà i suoi brani più energici per «accendere il pubblico e fare un po’ di sana caciara», mentre il primo dell’anno musicherà due pellicole mute: «Viaggio nella luna» di Georges Melies e «Viaggio su Giove» di Segundo de Chomon. «Non lo abbiamo mai fatto prima – conclude Pecorelli – ma a noi piacciono le sfide. La più grande è dimostrare che la cultura dal basso è una forza irrinunciabile».
Voci dal mondo Nell’ensamble circa 30 romani e figli di immigrati tra i 12 e i 18 anni arrivati da 13 Paesi