Lotito: «Siamo una Ferrari ora un po’ ingolfata»
Squadra in crisi, interviene il presidente: «Inzaghi e Peruzzi intoccabili»
La Lazio divisa, strappata, spaccata a metà? «Macché, siamo una famiglia». L’allenatore in discussione? «Ha tutta la nostra fiducia». Il futuro in bilico di alcuni componenti della società? «Non siamo transitori, ma definitivi, e saremo qui tutti quanti anche nei prossimi anni». Con la squadra in ritiro e la fondamentale partita contro la Samp in arrivo, prende la parola Lotito. Lo fa per riaffermare e sottolineare con forza la compattezza del club, sedendosi in mezzo ai suoi uomini, anzi a quelli che lui definisce «i miei figliocci», da una parte Inzaghi e dall’altra il d.s. Tare. Più il club manager Peruzzi, il gigante che il presidente affettuosamente chiama «Angelino, con il quale ci sentiamo tutti i giorni per valutare l’andamento della squadra». Un bel quadretto familiare.
Fin qui la facciata, che è comunque importante. Lotito torna a usare una parola che ama: destabilizzazione. «Sono uscite voci che vogliono destabilizzare l’ambiente», dice, e non si capisce chi avrebbe interesse a creare problemi alla Lazio né per quale motivo. Poi però ammette che i contrasti di idee ci sono stati e ci sono: «La nostra è una grande famiglia, quando ci sono tanti figli possono esserci vedute differenti, si discute. Ma non esiste alcun caso, non ci sono catastrofi in atto. Non sono andate bene alcune partite, può capitare, e ci siamo confrontati. Esiste però rispetto dei ruoli». Il concetto in fondo è chiaro: abbiamo parlato, magari abbiamo anche litigato, ma siamo comunque compatti e abbiamo l’intenzione di andare avanti assieme per costruire una Lazio sempre più forte.
Il fatto è che i contrasti interni sono nati proprio in merito alla valutazione dell’organico: la società ritiene di avere
Il patron
Siamo da quarto posto, lo dicono gli addetti ai lavori. Nessun caso, solo vedute differenti
messo in mano a Inzaghi una squadra di primissimo piano, da Champions, l’allenatore non ne è convinto. Lotito si avventura in un paragone motoristico che – c’è da scommetterci – diventerà il motivo conduttore della stagione: «La Lazio è come una Ferrari che da qualche partita non corre a trecento all’ora, è un po’ ingolfata. Non ci aspettavamo gli ultimi risultati, stiamo lavorando perché questa macchina possa andare di nuovo al massimo. Non sono io a dire che la squadra è da quarto posto, lo sostengono gli addetti ai lavori».
Una frase che non ha fatto felice Inzaghi. In ballo ci sono anche i casi legati a Milinkovic-Savic e Luis Alberto. Lotito è comprensivo solo in apparenza: «Quando le aspettative si alzano, c’è chi reagisce con determinazione e chi ne avverte il peso. Crescere diventa difficile, ma parliamo di grandi giocatori: devono trovare la concentrazione ideale». Quanto al mercato di gennaio, non sono esclusi interventi: «Le valutazioni saranno tecniche, vedremo se e dove fare qualcosa. Di sicuro noi abbiamo una squadra intera sul mercato: non perché ce l’abbiamo messa, ma perché tutti vogliono i nostri calciatori».