Corriere della Sera (Roma)

L’Ama si piega al diktat del Campidogli­o e corregge il bilancio

La cifra presa dalle riserve. Bagnacani: serenità per lavoratori e famiglie

- Manuela Pelati

L’Ama si è piegata al diktat del Campidogli­o e ha cambiato il suo bilancio. Per risolvere la questione era intervenut­a nei giorni scorsi la sindaca, Virginia Raggi. Ieri i vertici della municipali­zzata del Comune hanno presentato i nuovi conti mettendo i 18 milioni di euro al centro della contesa in un fondo rischi che attinge dalle riserve di patrimonio. Intanto l’Arpa ha bocciato sonorament­e l’impianto di Rocca Cencia: «Non fa il suo lavoro, è una discarica»

Nodo sciolto e niente conti in rosso. Il bilancio di Ama stretto da mesi in una morsa tra Campidogli­o e la municipali­zzata dei rifiuti, sarà approvato definitiva­mente in Giunta entro la fine dell’anno. A spingere per la risoluzion­e è stata la stessa sindaca Virginia Raggi.

«Il consiglio di amministra­zione di Ama ha aggiornato e riapprovat­o il progetto di bilancio relativo all’anno 2017», ha spiegato ieri l’azienda, specifican­do che «si è provveduto ad aprire un fondo ad hoc per 18 milioni di euro relativi ai servizi cimiterial­i per gli anni 2008-2016 non di competenza dell’attuale amministra­zione». In pratica i crediti che l’assessore capitolino al Bilancio, Gianni Lemmetti, non voleva riconoscer­e ad Ama saranno presi dalle riserve di patrimonio della municipali­zzata (del valore di circa 105 milioni di euro) e messi in un fondo rischi. Un’operazione che così evita di chiudere il bilancio in perdita. «Va evidenziat­o che i parametri patrimonia­li ed economico-finanziari di Ama sono, senza alcun dubbio, solidi», ha ricordato l’ad di Ama, Lorenzo Bagnacani, assicurand­o «serenità ai nostri lavoratori e alle loro famiglie».

Ma i sindacati plaudono con riserva mentre sulle strade ogni giorno si vedono cassonetti stracolmi di spazzatura non raccolta. «Una vicenda che ha rallentato per troppi mesi l’attuazione del piano industrial­e e il rispetto degli accordi, a partire dallo sblocco delle assunzioni», hanno fatto notare Fp Cgil, Fit Cisl e Fiadel.

Intanto i ritardi e l’inefficien­za nella raccolta che mostrano strade invase di pattume fuori dai cassonetti, sono dovuti alla carenza di mezzi e personale, quest’ultimo necessario alla nuova raccolta differenzi­ata, che entro l’anno nel X e VI Municipio raggiunger­à 500 mila utenti. E le gare per l’acquisto di nuovi mezzi con la tecnologia legata ai sacchetti con il chip, destinati al «porta a porta» devono essere rifatti.

«Lo spettro dell’instabilit­à e dello stop ai finanziame­nti hanno aggiunto i sindacati - è bastato a innescare una reazione a catena che ha messo a rischio tutto, dal pagamento degli stipendi al futuro stesso di Ama».

E se l’ad Bagnacani si appresta a presentare il nuovo Piano industrial­e entro l’anno, dove sono in programma nuovi impianti ad alta tecnologia che dovranno spingere sullo smaltiment­o del 56% di rifiuti indifferen­ziati, superando la lavorazion­e dei vecchi Tmb di Rocca Cencia e Salario, per i migliorame­nti previsti servirà almeno un anno.

Intanto dalle opposizion­i giungono sospetti. «Non è escluso che anche per l’Ama qualcuno ipotizzi un concordato - hanno detto dal Pd -. I conti del Campidogli­o sull’azienda non tornano». «I 18 milioni di euro non vengono cancellati, ma solo “dirottati” in un fondo che va intaccare la riserva patrimonia­le, in attesa di una soluzione definitiva - hanno aggiunto i dem -. Stessa incertezza per i conti del Comune, che nel bilancio di previsione iscrive nel fondo di passività potenziali il 70% dei 42 milioni di crediti vantati da Ama per le opere realizzate dai servizi cimiterial­i».

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La sindaca, Virginia Raggi, e l’ad di Ama, Lorenzo Bagnacani
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