Raggi getta acqua sul fuoco «Non facciamo allarmismi»
Giampaoletti: «Le carte sono incomplete». Critiche dal Pd
Sullo stadio della Roma interviene la sindaca, dopo le carenze rilevate dal Politecnico di Torino nella parte che riguarda la viabilità: dai flussi di traffico nell’area di Tor di Valle, con punte di oltre 8.500 veicoli all’ora sul Gra nei giorni delle partite, alla ferrovia Roma-Lido che per assorbire i nuovi carichi (22.500 passeggeri nell’arco dei 75 minuti prima e dopo il match) avrebbe bisogno di interventi radicali. Osservazioni che, tuttavia, non sembrano scalfire la prima cittadina. La sensazione, al contrario, è che l’arena giallorossa sia sempre più il simbolo sul quale puntare, tanto più dopo la retromarcia sull’Olimpiade.
Di fronte al potenziale «catastrofico» descritto dagli esperti di mobilità dell’ateneo piemontese, Virginia Raggi si mostra serena: «Non farei allarmismi. Ho chiesto e fortemente voluto una due diligence per riesaminare gli esiti della Conferenza dei servizi cui hanno partecipato tutte le istituzioni». Premessa che anticipa il fulcro della questione: «Al momento è stato rilasciato un primo draft (una bozza, ndr) su cui ci sono delle integrazioni in corso. Con la relazione finale capiremo come andare avanti con tutte le istituzioni che si stanno interessando».
Da Palazzo Senatorio assicurano che «non sono frasi di circostanza», tanto per tenere a bada le polemiche e rassicurare la società giallorossa. Lo «stiamo calmi», sottotitolo implicito nelle parole della prima cittadina, fotografa una situazione intermedia: nessuna bocciatura definitiva, nonostante le criticità messe in risalto dalla relazione. Ma al di là della tempistica, per cui in questa fase sarebbe prematuro trarre conclusioni (la consegna dell’elaborato finale è stata rinviata a gennaio) la linea di Raggi è chiara: procedere con lo stadio, a meno che non sorgano difficoltà insormontabili e la partita rischi di trasformarsi in un clamoroso (quanto impopolare) autogol. Dopo il vertice politico in Campidoglio dei giorni scorsi, adesso la palla è in mano ai tecnici che dovranno ingegnarsi sui possibili correttivi. «Se dovessero emergere accorgimenti da prendere li prenderemo», è il ritornello che risuona nei dipartimenti più coinvolti nel dossier, dai Trasporti all’Urbanistica. Con una postilla che punta a ridimensionare la portata della «prima bozza di parere» redatta dal Politecnico: «Alcuni dati ai quali fa riferimento non sono del tutto precisi e forniremo chiarimenti. L’interlocuzione prosegue, gli uffici studieranno bene le carte, poi decideremo».
Percorso confermato dal direttore generale del Comune, Franco Giampaoletti: «Quello che abbiamo ricevuto è un canovaccio non ancora completo. Nel nuovo progetto, ad esempio, i posti si sono ridotti rispetto al precedente, dunque il carico di traffico dovrebbe diminuire».
Le opposizioni, però, cavalcano la polemica e attaccano. «Manca un vero ponte di collegamento, quello di Traiano, stralciato dal progetto dei Cinque Stelle — sottolinea il dem Marco Palumbo —. L’amministrazione ha speso 30 mila euro per farsi dire quello che tutti diciamo da mesi». L’ex pentastellata Cristina Grancio, passata al Gruppo misto e ora confluita in Dema, chiede di «revocare l’iter di un progetto insostenibile dal punto di vista urbanistico e gravato da troppi dubbi sulla trasparenza delle scelte».