Corriere della Sera (Roma)

«Rocca Cencia è diventata ormai una discarica»

- Valeria Costantini

Rocca Cencia ormai è una discarica. Non più un Tmb, utile al trattament­o meccanico biologico dei rifiuti: è questo - in sintesi - il parere dell’Arpa Lazio sul contestato impianto Ama. Il documento è sul tavolo della Conferenza dei servizi regionale che dovrà stabilire se rinnovare o meno al sito romano l’Aia, l’autorizzaz­ione integrata ambientale. Le «rilevanti criticità» emerse dai controlli del 2016 dell’agenzia bocciano in toto la gestione del Tmb: produce rifiuti «che presentano ancora caratteris­tiche di putrescibi­lità», l’immondizia non è «biologicam­ente stabile», andrebbe riprocessa­ta per essere correttame­nte smaltita. Da qui le forti «emissioni odorigene moleste» le chiama l’Arpa, per i quartieri di Roma nordest sono le insostenib­ili esalazioni con cui convivono da anni. Cattivi odori derivanti anche dalla mal-gestione dello stoccaggio dei rifiuti nel sito, «con planimetri­e difformi da quanto autorizzat­o», senza divisione per ogni tipologia di scarti, seppur prescritto dal Piano Rifiuti come dalle leggi italiane ed europee. È in base a questo parere negativo che la Regione ora ha imposto all’Ama le misure correttive: o migliora l’impianto o niente permessi per il 2019. Così Rocca Cencia chiude e i rifiuti romani restano in strada. La relazione dell’agenzia ambientale si sofferma anche sull’annoso problema dei mezzi in coda per entrare al Tmb e il «fermo linee» per il trattament­o rifiuti: un caos derivante proprio dalla mescolanza dell’immondizia, senza distinzion­i su quella da inviare a terzi (per riciclo) o per la produzione degli scarti da raffinazio­ne. Scarna poi l’informazio­ne sulla movimentaz­ione interna dei mezzi che andrebbero puliti e «sanificati», come manca la precisa «individuaz­ione delle sorgenti di emissioni odori»: anche questi aspetti sono un «presuppost­o essenziale» per l’Aia e, ovviamente, altro elemento che indica la carenza di attenzione per i «livelli di concentraz­ione degli inquinanti nel territorio». Infine, i rifiuti trattati risultano inferiori a quanto stabilito per l’impianto e i cosiddetti «materiali ferrosi e non ferrosi» non risultano separati.

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