La vita che non c’è più
Come segnalato dal Corriere, le tariffe per l’uso del suolo pubblico romano, anche nel caso delle piazze più prestigiose, continuano a parlare da sole, anche dopo il timido, benché meritorio, aumento dei giorni scorsi. Piuttosto, leggendo l’articolo, mi sono venute in mente 2 immagini, apparentemente lontane, ma in realtà tragicamente accomunabili. La prima è la celebre foto scattata a Campo de’ Fiori durante la grande (almeno per Roma) nevicata di metà anni ‘80. Si riconoscono vari esercizi commerciali: una tintoria, alimentari (che non vendono limoncelli o vini con la faccia del Duce), etc., testimoni di una piazza viva e vissuta. La seconda è quella vista nei film o telefilm, soprattutto americani, delle persone che, per mestiere, truccano i morti prima di esporli nelle camere ardenti. Se è vero che Campo de’ Fiori è ormai umiliata da esercizi commerciali e (potenzialmente) manifestazioni che definire di basso livello è un eufemismo, sostituirli con locali e attività pubbliche più dignitosi (cosa peraltro lodevole) non sarebbe altro che truccarne il cadavere. Bisognerebbe finalmente stilare un programma di vero ripopolamento del centro, magari con mirate assegnazioni di case comunali sfitte, che certo non mancano. Giorgio Ridolfi