Corriere della Sera (Roma)

«Allarmi inascoltat­i dal 2011 Si agisce adesso, dopo i guai»

Caudo (pd), presidente del Municipio: Montanari non ha fatto nulla

- di Maria Egizia Fiaschetti

Dopo la manifestaz­ione del 6 ottobre, con 1.200 cittadini in corteo sulla Salaria per chiedere la chiusura del Tmb, Giovanni Caudo, presidente dem del III Municipio, aveva sollecitat­o «un’unità di crisi» che coinvolges­se tutte le istituzion­i: governo, Regione e Campidogli­o.

Come è stato recepito il suo appello?

«L’assessora capitolina all’Ambiente, Pinuccia Montanari, ci aveva promesso una memoria di giunta, ma non ha fatto nulla».

Ieri la sindaca parlava di una cabina di regia.

«Si è dovuti arrivare alla nube tossica sulla Capitale, immagine non bella. Purtroppo si agisce sempre dopo la catastrofe».

Andiamo a ritroso: da quando il Tmb Salario diventa un problema?

«Dal 2011, quando l’impianto ottiene dalla Regione l’autorizzaz­ione ambientale integrata per trattare 750 tonnellate di indifferen­ziata al giorno».

Dunque, prima che si insediasse la giunta M5S.

«Non ho mai detto che sia tutta colpa della Raggi. Roma sconta decenni di ritardi, si è corsi ai ripari solo dopo la chiusura di Malagrotta».

Raggi ha ribadito che, come promesso in campagna elettorale, il Tmb verrà chiuso entro la fine della consiliatu­ra, se non prima.

«Mi pare improbabil­e, se finora si è detto che la chiusura non sarebbe stata possibile senza aver prima raggiunto il 70 per cento di raccolta differenzi­ata, che oggi è al 44 per cento».

Da amministra­tore di prossimità, cosa le chiedono gli abitanti?

«A luglio abbiamo costituito un osservator­io permanente con oltre 200 tra gruppi di cittadini e comitati per ribadire che l’impianto va chiuso. Non è una battaglia nimby (not in my backyard, non nel mio cortile, ndr) ma dovuta alla debolezza del ciclo dei rifiuti».

In questi mesi come ha sostenuto le istanze del territorio?

«Ad agosto abbiamo distribuit­o schede a 300 famiglie, secondo un modello testato in Emilia Romagna, per rilevare i sintomi da esposizion­e al cattivo odore, irritazion­e alla gola e bruciore agli occhi, per un mese: testimonia­nze di denunce che abbiamo documentat­o e geo-referenzia­to».

Qual è l’impatto del Tmb su questo quadrante di Roma?

«Oltre ai disagi per la salute e la qualità della vita, ha portato a una desertific­azione commercial­e: dall’esodo di Sky ai molti edifici vuoti che nessuno vuole».

Nei due anni e mezzo di governo, secondo lei, quali azioni avrebbe potuto mettere in campo la giunta Raggi?

«Il piano industrial­e dell’ex presidente di Ama, Daniele Fortini, prevedeva 200 milioni per la realizzazi­one di due ecodistret­ti tra il 2015 e il 2018, ma si è deciso di abbandonar­lo per cavalcare lo slogan dei “rifiuti zero”». Adesso cosa si augura? «Una gestione di emergenza per almeno un anno, con tutte le istituzion­i coinvolte, per portare i rifiuti fuori dai confini del Comune».

Roma non dovrebbe essere autonoma nella chiusura del ciclo dei rifiuti?

«Nel frattempo, si potrebbero utilizzare gli impianti del Nord che, grazie all’aumento di differenzi­ata, hanno fame di rifiuti. Il punto è che il governo dovrebbe regolare il settore, a cominciare dalle tariffe».

❞ Non ho mai detto che sia tutta colpa della Raggi. Roma sconta decenni di ritardi, si è corsi ai ripari solo dopo la chiusura di Malagrotta Giovanni Caudo

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Presidente Giovanni Caudo, eletto presidente del III Municipio con il Pd dopo la caduta della giunta pentastell­ata: il Tmb Salario si trova nel territorio da lui amministra­to

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