Corriere della Sera (Roma)

Nuvola nera, inquinamen­to triplo

Raggi pensa a un aumento della Tari. Il pm interroga Montanari: manutenzio­ne nel mirino Valori oltre i limiti per le polveri sottili a Villa Ada e Tiburtina. L’Arpa: nessuna tossicità

- Andrea Arzilli Manuela Pelati

Il primo effetto della nuvola nera che si è alzata dall’incendio del Tmb Salario è l’aumento delle polveri sottili. L’Arpa rassicura, gli agenti inquinanti sono «nella norma». Ma rileva polveri sottili oltre i limiti, in due casi triplicati rispetto alle analisi precedenti al rogo. La città è sommersa dai rifiuti e con un Tmb che, dice Raggi, «non riaprirà più». L’assessora Montanari dal pm: il faro è sulla manutenzio­ne. Mentre in Comune si lavora per schivare l’emergenza e spiegare ai romani il ritocco (più 4%) della Tari.

La prima proiezione del disastro al Tmb (Trattament­o meccanico biologico ndr) Salario è nella qualità dell’aria. Rogo e colonna di fumo nero hanno fatto da subito impennare la concentraz­ione di polveri sottili (Pm10): «I valori del particolat­o misurati l’11 dicembre evidenzian­o un generale incremento delle concentraz­ioni», scrive l’Arpa Lazio mettendo a confronto il limite delle Pm10 fissato dalla legge 50 microgramm­i per metrocubo - e i dati raccolti nelle stazioni di Villa Ada e Tiburtina, rispettiva­mente 56 e 54. Due sforamenti certificat­i seppure con dati su agenti inquinanti «nella norma», tranquilli­zza l’Arpa. A Villa Ada, comunque, i rilievi del giorno precedente al rogo davano a 21 microgramm­i per metrocubo il dato sulle Pm10: significa che con la nuvola nera il valore è più che raddoppiat­o. Per questo il Comune oggi ha deciso lo stop ai mezzi più inquinanti.

Del resto lo smog è già visibile a terra: il particolat­o nell’aria ha infatti cominciato già a depositars­i. Per questo Ama ieri ha iniziato le pulizie straordina­rie nelle zone adiacenti all’impianto proprio per raccoglier­e l’accumulo di Pm10. Un passaggio che può servire anche a stimare i danni ambientali ed economici per la Capitale. Di sicuro l’incendio del Tmb «che non riaprirà più», come ha confermato ieri Virginia Raggi, ha accelerato il processo di dismission­e dichiarato dal Comune, facendo emergere però due questioni non banali. La prima: dove mettere i rifiuti del Tmb andato a fuoco? Circa 600 tonnellate di spazzatura da riorganizz­are con l’obiettivo di scongiurar­e l’emergenza natalizia anche se, va detto, in tutta la città i cassonetti sono già strapieni. Per l’immediato il Comune può contare sugli impianti del Colari a Malagrotta e dell’Ama (il tritovagli­atore di Ostia e il Tmb di Rocca Cencia), il «gemello» di quello sulla Salaria, che sarà sorvegliat­o speciale: Raggi ha inviato una lettera al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, e per conoscenza anche a Viminale e Difesa, chiedendo polizia ed esercito per vigilare sugli impianti in modo da fugare i rischi di sabotaggi. Già dalla prossima settimana, comunque, i rifiuti saranno dirottati per un mese negli impianti regionali che si sono resi disponibil­i e già ringraziat­i dall’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari: Viterbo Ecologia, la Rida Ambiente di Aprilia, la Fas di Frosinone e il tritovagli­atore a Rocca Cencia di Porcarelli, gruppo riconducib­ile al proprietar­io di Malagrotta, Manlio Cerroni. Dopodiché il Comune prorogherà di un anno l’export verso l’Abruzzo che, da contratto, termina il 31 dicembre. Certo, tutto questo andrà sicurament­e a generare costi extra nella gestione dello smaltiment­o. È la questione numero due: come compenserà il Campidogli­o? Aumentando la Tari «fino al 4%» nel 2019, spiegano fonti qualificat­e. Il ritocco era nell’aria già prima del rogo al Salario, del resto l’assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti, l’aveva aumentata (del 14%) anche quando era a Livorno. E poi nel bilancio Ama c’è un meno 40 milioni da ripianare. In pratica una famiglia di quattro persone che abita in 80 metri quadrati paga oggi 308 euro all’anno: con il ritocco andrà a pagare 12,50 euro in più e l’Ama incasserà una trentina di milioni extra. Cioè: per i romani cassonetti sempre più pieni e bolletta sempre più cara.

Provvedime­nti

Il Comune proroga l’intesa con l’Abruzzo. Altri 4 centri pronti ad accogliere gli scarti

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