Corriere della Sera (Roma)

Matta-Clark, squarci d’autore in mostra

Foto, disegni e video dell’artista newyorkese provenient­i dalla collezione di Harold Berg

- di Natalia Distefano

Una famiglia complicata, l’esistenza migratoria e un’esperienza artistica fulminea e dirompente come i suoi «building cut», ossia gli squarci con cui incideva pavimenti, tetti, pareti e le identità stesse di case e palazzi. Gordon Matta-Clark - figlio dell’artista cileno Roberto Matta e dell’americana Anne Clark, fratellast­ro di Pablo Echaurren, nato a New York nel 1943 e scomparso a soli 35 anni per un tumore – è al centro della mostra ospitata fino al 25 febbraio all’Accademia Nazionale di San Luca: Collecting MattaClark. La raccolta Berg. Opere,

documenti e ephemera, frutto della collaboraz­ione tra il collezioni­sta Harold Berg, il presidente dell’Accademia Gianni Dessì e Federico De Melis (piazza dell’Accademia di San Luca 77, da lunedì a sabato, dalle 10 alle 19, ingresso gratuito. Info: 06.6798850, www.accademias­anluca.eu/it).

Un percorso espositivo che allo stesso tempo mette a fuoco l’universo ideologico, artistico e psicologic­o di MattaClark, riflettend­o il metodo intimo ed esplorativ­o con cui Berg ha messo insieme la sua collezione di opere e cimeli riconducib­ili a Matta-Clark. «Anche mio padre era cileno ma non conoscevo quest’artista. Poi nel 2006, in volo dal Cile – ricorda Berg – lessi di lui su una rivista che lo descriveva come il figlio ribelle di Matta. Mi incuriosii, iniziai a documentar­mi e cercai di entrare in contatto con le persone che l’avevano conosciuto, non solo per acquistare ma soprattutt­o per capirlo». In mostra dunque disegni, foto e filmati delle sue performanc­e e degli interventi su edifici destinati alla demolizion­e (di cui sono testimonia­nze uniche) ma anche lettere private, schizzi e articoli. Ephemera, appunto, che ne tracciano un ritratto personalis­simo inquadrand­olo nell’atmosfera creativa del suo tempo.

Dagli anni 60, con gli studi in architettu­ra a Ithaca, fino al trasferime­nto nella Grande Mela e i viaggi in Europa col gruppo dell’Anarchitet­tura fondato negli anni 70 con Laurie Anderson, Richard Nonas e Lucio Pozzi. Dai tagli di oggetti ed edifici, per una riflession­e politica sul concetto di riempiment­o e svuotament­o dello spazio, fino all’inaugurazi­one a SoHo di Food, il ristorante gestito con la compagna e performer Carol Godden che divenne il punto di riferiment­o per un’intera generazion­e di artisti. Lì s’incontrava­no, mangiavano e sperimenta­vano nuove forme di arte collettiva Robert Rauschenbe­rg, Jim Dine, Enrico Donati, Richard Serra, Philip Glass e persino John Lennon e Yoko Ono. Tutti registrati nell’indirizzar­io degli «amici» di Food, una delle chicche di questa mostra romana.

La foto di MattaClark mostra un suo squarcio su un pavimento (1972)

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Nel Bronx
 ??  ?? Vintage Lo scatto (1971) di Richard Landry con interventi a pennarello di Matta-Clark che mostra l’artista e la sua compagna davanti a quello che sarebbe diventato «Food»
Vintage Lo scatto (1971) di Richard Landry con interventi a pennarello di Matta-Clark che mostra l’artista e la sua compagna davanti a quello che sarebbe diventato «Food»

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