Rifiuti, bilancio Ama fermo al palo
Stamattina giunta e assemblea dei soci che il Campidoglio forse diserterà. Il nodo: i rilievi del collegio sindacale Anche oggi con ogni probabilità non sarà approvato. Protestano i sindacati e il Pd in aula
Alla quindicesima convocazione dell’assemblea dei soci di Ama, la municipalizzata dei rifiuti al 100% del Campidoglio, c’è il rischio che oggi non si presenterà nessuno della giunta Raggi. Alle 10 sindaca e assessori si vedono a Palazzo Senatorio per una riunione straordinaria su questo tema. In ballo l’approvazione del bilancio del 2017 sospeso da undici mesi. Sindacati sul piede di guerra e protesta delle opposizioni.
All’ennesima convocazione (la quindicesima) dell’assemblea dei soci di Ama, la municipalizzata dei rifiuti partecipata al 100% del Campidoglio, probabilmente anche oggi c’è il rischio che non si presenterà nessuno della giunta Raggi. Intanto alle 10 sindaca e assessori si vedono a Palazzo Senatorio per una riunione straordinaria proprio su questo tema. In ballo c’è l’approvazione del bilancio del 2017 «sospesa» da undici mesi, da quando lo scorso aprile l’ad, Lorenzo Bagnacani, lo ha autorizzato e inviato in Comune per l’approvazione.
«Se il Comune non approva il Bilancio riparte lo stato di agitazione», attaccano i sindacati dei lavoratori di Ama, riprendendo a minacciare lo sciopero. «L’azienda prevede 13 impianti, chi li finanzierà? Se il piano industriale non si svilupperà e l’Ama non farà investimenti non si possono programmare le attività, le assunzioni vengono prorogate, il personale è demotivato», attacca Natale Di Cola della Fp Cgil. «Il 28 febbraio scadranno i termini fissati con banche e fornitori — rilevano Giancarlo Serafini e Alessandro Bonfigli della Uiltrasporti Lazio —. Le promesse del Campidoglio non mantenute fanno presagire l’impossibilità di Ama di rispettare le clausole contrattuali».
Lunedì ripartiranno le assemblee dei lavoratori, questa volta nella sede della direzione della municipalizzata dove sono gli uffici dell’ad Lorenzo Bagnacani. E proprio qui in via Calderon della Barca stamattina alle 9.30 le opposizioni del centrosinistra hanno organizzato una protesta che segue quella avvenuta ieri in Aula «Giulio Cesare» durante il
consiglio comunale.
«Ama è di tutti, approvate il bilancio», «Roma discarica a cielo aperto», recitavano i cartelli in mano ai consiglieri del centrosinistra. La manifestazione per chiedere soluzioni al Campidoglio sulla gestione dei rifiuti e il futuro della municipalizzata ha anticipato la richiesta di convocazione urgente di una commissione bilancio ad hoc da parte di Valeria Baglio (Pd). E la consigliera Svetlana Celli (Lista Civica) ha chiesto agli assessori della giunta Raggi, Pinuccia Montanari (Ambiente) e Gianni Lemmetti (Bilancio) di venire in Aula a riferire sulla mancata approvazione del Bilancio di Ama. «C’è una volontà di mandare in fallimento Ama? — chiede con preoccupazione Baglio —. C’è bisogno di trasparenza, stiamo parlando di soldi pubblici. Entro febbraio poi si dovrebbe varare il bilancio del 2018».
I conti del 2017 non sono stati ancora approvati dal Campidoglio, nonostante la revisione richiesta a Bagnacani per risolvere la questione dei 18 milioni di euro fuori bilancio ereditata da un contenzioso sui cimiteri avvenuto durante la gestione del 20082012. Ma la revisione dell’amministratore delegato, sottoposta successivamente al parere (non vincolante) da parte del collegio dei sindaci (in scadenza tra due mesi) ha subito molte osservazioni su sprechi e inefficienze.
E per questo nelle ultime settimane la dirigenza di Ama ha inviato al Campidoglio sei pareri di nulla osta ai conti da parte di altrettanti esperti di diritto societario, che specificano anche che «seppure con i rilievi del collegio sindacale, non c’è ragione per cui il socio non possa non procedere con l’approvazione del bilancio». Il braccio di ferro tra Bagnacani e il Campidoglio sembra non fermarsi e lo stallo dell’approvazione del bilancio di Ama continua.
Natale Di Cola (Cgil) «Se l’Ama non fa investimenti, non si programma e le assunzioni si prorogano»