Corriere della Sera (Roma)

È TEMPO DI DECIDERE

- Di Edoardo Segantini

La situazione dei rifiuti è diventata insostenib­ile. A Roma ci si sta abituando a camminare su marciapied­i luridi, su cui trabocca la spazzatura dei cassonetti. Hanno le loro colpe anche i cittadini, o almeno alcuni di noi che non rispettano le regole. Commercian­ti compresi. Ma a monte c’è, prima di tutto, un clamoroso problema di gestione e di finanziame­nto dei servizi. Un problema doppio.

Primo. Il Comune è l’unico azionista di Ama, la municipali­zzata cui compete la raccolta dei rifiuti. Logica vorrebbe che collaboras­sero, ma non accade. L’ultimo bilancio consolidat­o di Roma Capitale non è stato approvato entro la data prevista dalla legge (il 30 settembre 2018) e ciò ha determinat­o il blocco, per il Comune e tutte le società controllat­e, delle spese per assunzioni, consulenze e personale. Il bilancio del Comune non è stato approvato entro quella data perché mancava l’approvazio­ne del bilancio di Ama spa. Il quale a sua volta non è stato approvato perché oggetto di contenzios­o tra azienda e Comune, per via dei famosi 18 milioni vantati da Ama per servizi cimiterial­i e non riconosciu­ti dal Campidogli­o. La guerra è poi continuata e ancora continua.

Secondo problema: Roma e le sue partecipat­e sono sotto finanziate. Il Comune ha risorse struttural­mente insufficie­nti a coprire le spese per servizi. Negli ultimi quindici anni, secondo una ricerca, le entrate pro capite del Campidogli­o sono state stabilment­e più basse del 15% di quelle del Comune di Milano, malgrado la differenza dimensiona­le tra le due città. Ricordo che Roma è la seconda metropoli europea per superficie dopo Londra.

Trovare un accordo, che consenta lo sblocco dei bilanci, conviene a tutti. Innanzitut­to ai cittadini, che non ne possono più. In secondo luogo all’Ama e ai suoi 7.800 dipendenti, una cospicua minoranza dei quali fa sfigurare tutti gli altri per l’assenteism­o. Quando è stato nominato, dopo varie esperienze profession­ali più che decorose, l’amministra­tore delegato Lorenzo Bagnacani di certo non s’aspettava una situazione tanto complicata, anche in termini di aria managerial­e da ripulire. In terzo luogo conviene all’amministra­zione stessa. Che dal caos rifiuti rischia il calo dei consensi ancor più che dal caos trasporti e dalle buche. Perché la spazzatura per strada, e in questa misura, a Roma non si era mai vista. È una maleodoran­te novità.

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