È TEMPO DI DECIDERE
La situazione dei rifiuti è diventata insostenibile. A Roma ci si sta abituando a camminare su marciapiedi luridi, su cui trabocca la spazzatura dei cassonetti. Hanno le loro colpe anche i cittadini, o almeno alcuni di noi che non rispettano le regole. Commercianti compresi. Ma a monte c’è, prima di tutto, un clamoroso problema di gestione e di finanziamento dei servizi. Un problema doppio.
Primo. Il Comune è l’unico azionista di Ama, la municipalizzata cui compete la raccolta dei rifiuti. Logica vorrebbe che collaborassero, ma non accade. L’ultimo bilancio consolidato di Roma Capitale non è stato approvato entro la data prevista dalla legge (il 30 settembre 2018) e ciò ha determinato il blocco, per il Comune e tutte le società controllate, delle spese per assunzioni, consulenze e personale. Il bilancio del Comune non è stato approvato entro quella data perché mancava l’approvazione del bilancio di Ama spa. Il quale a sua volta non è stato approvato perché oggetto di contenzioso tra azienda e Comune, per via dei famosi 18 milioni vantati da Ama per servizi cimiteriali e non riconosciuti dal Campidoglio. La guerra è poi continuata e ancora continua.
Secondo problema: Roma e le sue partecipate sono sotto finanziate. Il Comune ha risorse strutturalmente insufficienti a coprire le spese per servizi. Negli ultimi quindici anni, secondo una ricerca, le entrate pro capite del Campidoglio sono state stabilmente più basse del 15% di quelle del Comune di Milano, malgrado la differenza dimensionale tra le due città. Ricordo che Roma è la seconda metropoli europea per superficie dopo Londra.
Trovare un accordo, che consenta lo sblocco dei bilanci, conviene a tutti. Innanzitutto ai cittadini, che non ne possono più. In secondo luogo all’Ama e ai suoi 7.800 dipendenti, una cospicua minoranza dei quali fa sfigurare tutti gli altri per l’assenteismo. Quando è stato nominato, dopo varie esperienze professionali più che decorose, l’amministratore delegato Lorenzo Bagnacani di certo non s’aspettava una situazione tanto complicata, anche in termini di aria manageriale da ripulire. In terzo luogo conviene all’amministrazione stessa. Che dal caos rifiuti rischia il calo dei consensi ancor più che dal caos trasporti e dalle buche. Perché la spazzatura per strada, e in questa misura, a Roma non si era mai vista. È una maleodorante novità.