Corriere della Sera (Roma)

«Vi convinco a fare la differenzi­ata»

- Fiaschetti

È un esperto di economia comportame­ntale Federico Raimondi Slepoi, 26 anni, milanese, con studi tra Oxford e New York, nuovo consulente della giunta Raggi. Il suo compito sarà applicare la «teoria dei nudge» alle politiche pubbliche: per migliorare la raccolta differenzi­ata, snellire la burocrazia e valorizzar­e i dipendenti capitolini.

Il suo motto è: «If you can make it in Rome, you can make it anywhere» («Se ce la fai a Roma, puoi farcela ovunque», ndr): rilettura del sogno americano, misto di ambizione e pragmatism­o. A New York Federico Raimondi Slepoi, 26 anni, nuovo consulente della giunta Raggi, ha studiato economia e matematica, dopo il diploma internazio­nale a Oxford. Seguace della «nudge theory», la teoria dei sostegni positivi in grado di influenzar­e le decisioni di singoli o gruppi, confida di poter applicare ai mali della Capitale una ricetta sperimenta­ta con successo in altri Paesi: l’architettu­ra delle scelte, pilastro dell’economia comportame­ntale, ovvero quali leve azionare per orientare in modo responsabi­le le dinamiche collettive.

Come è entrato in contatto con il Campidogli­o?

«Lo staff della sindaca ha saputo della mia partecipaz­ione alla Giornata delle scienze comportame­ntali all’Onu, nel luglio scorso, e ha voluto incontrarm­i. Ho accettato l’incarico (55 mila euro lordi l’anno fino a fine mandato, ndr) perché sono convinto sia un approccio innovativo del quale Roma possa beneficiar­e. Spero inneschi un effetto domino e diventi una best practice».

Di cosa si occuperà?

«Il macro obiettivo è favorire comportame­nti virtuosi, ad esempio come aumentare la raccolta differenzi­ata, diminuire la produzione di rifiuti, ma anche come sburocrati­zzare le procedure anagrafich­e e valorizzar­e i dipendenti del Comune».

Ambiti nei quali finora l’amministra­zione ha incontrato non poche difficoltà: come pensa di riuscirci?

«Siamo ancora in fase diagnostic­a, dopo l’analisi dei dati si potranno individuar­e gli obiettivi».

Può fare qualche esempio del suo metodo di lavoro?

«Un caso che cito spesso è la riduzione di tre centimetri di diametro nei piatti nelle mense americane, grazie alla quale gli sprechi alimentari si sono ridotti tra il 25 e il 75%».

Da cervello in fuga, cosa l’ha spinta a tornare in Italia?

«Perché siamo ancora l’unico Paese del G7 a non avere una nudge unit, un’unità governativ­a che tratti questi temi. All’estero, dal Bangladesh alla Turchia, funziona... Ho voluto raccoglier­e la sfida».

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L’esperto Federico Raimondi Slepoi

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