A Termini le bici dei rider. Ma l’igiene?
Decine di zaini porta-cibo legati alla ringhiera. Alla mercé di topi, blatte e deiezioni
La cena a domicilio? E vai, basta un clic e il fattorino è sotto casa... Il tempo di apparecchiare et voilà, suona il citofono. La pizza è a tavola. O il menù sushi. O un saporito kebab. O persino le specialità del tuo ristorante preferito, che - miracolo delle App! - s’è messo anche lui al passo coi tempi. Però, però... E se dietro le meraviglie della gig economy si nascondesse una blatta, un sorcio, una pisciatina di cane?
Mai generalizzare, non sia mai. Anche perché i rider - quei giovanotti dai polpacci d’acciaio che sfrecciano ai semafori con il loro enorme cubo sulle spalle - meritano tutele e solidarietà, ovvio. Vacci tu, a pedalare nel traffico per due euro a consegna... Però, però... Da qualche giorno un Sos igiene si insinua, dietro gli zaini colorati delle multinazionali del menù casalingo. Un dubbio che parte da Termini: il marciapiede dell’uscita principale, quello delle lunghe code per i taxi, è infatti diventato parcheggio permanente anche dei fattorini-ciclisti che a fine turno, confidando nelle telecamere e nella vigilanza h. 24, incatenano bici e contenitore (con le scritte Uber o Glovo) alla ringhiera, e via. Se ne tornano a casa in treno, in bus, col metrò. E chi s’è visto s’è visto. Blatta o ratto compreso. O cagnetto randagio che gli scappa proprio lì. E domani di nuovo in sella, di casa in casa, con lo stesso baule porta-pietanze... ( f. pe.)