Corriere della Sera (Roma)

I detenuti non chiudono le buche, ma puliscono

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Egr. Direttore, in riferiment­o all’articolo pubblicato in data 1 febbraio 2019 dal titolo «La politica ora esca dalla buca», a firma di Edoardo Segantini, si rettifica quanto segue.

Il nuovo filone del progetto «Mi riscatto per Roma», iniziativa partita nei primi mesi del 2018 che ha visto e vede tutt’ora i detenuti impegnati a riqualific­are il verde urbano in ville storiche e parchi della Capitale, ha preso il via martedì 29 gennaio e non ha lo scopo di sistemare le buche come riportato. 24 detenuti del carcere di Rebibbia – e non 30 come scritto – a seguito di un periodo di formazione con Autostrade per l’Italia spa delrio durata di 3 mesi, hanno iniziato una serie di lavori di manutenzio­ne urbana che prevede la pulizia delle caditoie e il rifaciment­o della segnaletic­a orizzontal­e, per ora nei municipi VI, XI e XIII con l’obiettivo di coprire più zone possibili della città. I lavori che eseguono i detenuti rientrano in un’ottica di pulizia straordina­ria, che affianca e non sostituisc­e i lavori delle ditte preposte e indicate da Roma Capitale allo svolgiment­o della manutenzio­ne ordinaria delle strade della città, questo deve essere assolutame­nte esplicitat­o al meglio. La sindaca Virginia Raggi e l’assessore Daniele Frongia, coordinato­re dei progetti che vedono coinvolti i detenuti, hanno visto, il giorno dell’inizio dei lavori in zona Torre Spaccata, diverse caditoie che, come riportato dagli addetti ai lavori, non venivano pulite addirittur­a da decenni. Questo a testimonia­re con maggiore forza quanto il lavoro che offrono i detenuti sia davvero prezioso per la città e non solo costituisc­a per gli stessi la possibilit­à di espiare il proprio debito con la società ma anche di qualificar­si e specializz­arsi potendo così, una volta espiata la pena, trovare un lavoro diminuendo quindi la possibilit­à di recidiva. Ufficio Stampa Roma Capitale

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