Liu Bolin con il Caravaggio cerca la ricchezza dell’ambiente
Un camaleonte alla Galleria Borghese. Complice il Capodanno Cinese, l’artista che ha fatto del mimetismo la sua cifra stilistica, torna nel museo di Tiziano e Bernini dopo la prima visita del 2012, quando entrò nella celebre scultura «Paolina Borghese» di Canova. Questa volta la sua trasformazione, registrata durante le prove in «fast motion» e pubblicata su Instagram alla vigilia dell’evento, ha fatto lievitare l’attesa per l’art live performance di ieri sera, una calamita per i collezionisti romani che seguono le sue imprese tra pittura e fotografia, comprese le incursioni nel lusso (collaborazioni con Valentino, Moncler e non solo). Grazie al body painting, Bolin (scelto da Andrea Amoruso Manzari per il format che lega la Cina con la moda e la Città Eterna) si è già integrato nel Colosseo e nella Grande Muraglia: ora è il turno di marmi e cornici dorate di due capolavori del Caravaggio, «San Girolamo» e «San Giovanni Battista». La storica dell’arte Maria Laura Vergelli spiega: «Vuole restituire l’idea della ricchezza dell’ambiente». Una folla riempie la sala per catturare un’immagine. Arrivano Lorenzo Bassetti che saluta la direttrice Anna Coliva, Marion Franchetti, Claudia di Canossa, Valentina Ciarallo e Laura Pranzetti Lombardini. Ci sono anche Benedetta Lucherini, Antonio Valentino, Federica Pecci Ruggieri, Giampiero Ruzzetti, Maria Sole Vismara Currò e moltissimi altri.