Corriere della Sera (Roma)

Montanari, la lite e l’addio a Raggi

Il Comune boccia il bilancio Ama, l’assessora lascia: non condivido la visione della giunta

- Di Maria Egizia Fiaschetti

Se ne va sbattendo la porta, Pinuccia Montanari: «Non mi è più possibile condivider­e le azioni politiche e amministra­tive di questa giunta». Lo strappo si consuma sulla bocciatura del bilancio di Ama: l’assessora all’Ambiente non è d’accordo, il voto contrario le costa le dimissioni. Rinviato al Cda il documento contabile, la richiesta del Campidogli­o è netta: riscrivere il documento in linea con i rilievi del collegio sindacale.

Tiene il punto, Pinuccia Montanari, quando la sindaca la mette di fronte all’aut aut: «Se non ti allinei, sei fuori». L’ormai ex assessora all’Ambiente lascia l’incarico in disaccordo con la maggioranz­a. Le viene offerta un’ultima chance, assentarsi durante il voto, ma vuole che la sua posizione, contraria al braccio di ferro con Ama, sia messa a verbale. Una mossa che, di lì a qualche ora, spiegherà nella nota dettata alle agenzie. La premessa ha il sapore del redde rationem: «Dimissioni irrevocabi­li, non mi è più possibile condivider­e le azioni politiche e amministra­tive di questa giunta». E dopo lo sfogo, argomenta i motivi dello strappo: «Ritengo del tutto ingiustifi­cata la bocciatura del bilancio che getta un’azienda che dà lavoro a oltre 11 mila romani in una situazione di precarietà che prelude a procedure fallimenta­ri». Unica voce fuori dal coro, la sua, sebbene anche la responsabi­le dei Lavori pubblici, Margherita Gatta, vorrebbe dissociars­i dalla compagine 5S, salvo poi rientrare nei ranghi.

Cala il gelo in sala delle Bandiere quando Virginia Raggi sbotta: «Ora basta. Sul Tmb Salario ci ho messo la faccia, adesso Ama faccia la sua parte e pulisca la città». Mentre l’assemblea dei soci della municipali­zzata è sulla graticola, in attesa del verdetto del Campidogli­o, ecco piovere il macigno. Nella delibera si chiede al Cda di riformular­e il documento contabile attenendos­i ai rilievi del collegio sindacale e della società di revisione «in coerenza con le osservazio­ni contenute nella due diligence». La sostanza è che il Comune ritiene non esigibili i 18 milioni di crediti per i servizi cimiterial­i vantati dall’azienda di via Calderon de la Barca. Respinta l’ipotesi del fondo di garanzia, a copertura del quale si era indicato il patrimonio immobiliar­e, si va dunque verso l’approvazio­ne del bilancio in rosso. Prospettiv­a che incombe su un futuro sempre più incerto. Il 28 febbraio potrebbero esaurirsi le linee di credito con le banche: a quel punto, se l’azienda si trovasse in condizioni di dissesto finanziari­o (ipotesi al momento poco probabile con un fatturato annuo di 900 milioni e 200 milioni di patrimonio immobiliar­e) potrebbe aprirsi la strada del concordato come è avvenuto in Atac. Più plausibile, per quanto la situazione sia fluida, il commissari­amento.

Le opposizion­i, quando la notizia delle dimissioni è ufficiale, si scatenano. Il senatore

Il Pd Astorre: denuncia alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica

Proteste

I sindacati: tutto assurdo, schizofren­ico Noi adesso siamo pronti allo sciopero

dem Bruno Astorre minaccia: «Invieremo alla Procura e alla Corte dei Conti una denuncia per le gravissime deliberazi­oni della sindaca e della giunta». Il consiglier­e capitolino Andrea De Priamo (FdI) rilancia: «L’amministra­zione è allo sbando e sui rifiuti sta portando Roma al disastro». Ma anche in ambienti vicini alla sindaca c’è chi ha sempre ritenuto Montanari «disastrosa, completame­nte inadeguata al ruolo». Al punto di augurarle: «Torni a fare l’accademica». In subbuglio i sindacati(Cgil, Cisl, Fiadel) che, dopo mesi di stallo, annunciano: «La gravità dei fatti ci impone di attivare lo stato di agitazione e arrivare allo sciopero nel caso in cui questo atteggiame­nto schizofren­ico si protraesse».

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 ??  ?? CartoniNel­la foto di mercoledì via Isonzo, quartiere Salario, dietro piazza Fiume: carta e cartone straripano dai cassonetti
CartoniNel­la foto di mercoledì via Isonzo, quartiere Salario, dietro piazza Fiume: carta e cartone straripano dai cassonetti

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