PIETRALATA IL SOGNO INFRANTO
Gli aborigeni australiani lo chiamano «Dreamtime». È il tempo mitico delle origini, uno spazio metaforico dove tutto ha avuto inizio. Anche Roma ha la sua Terra dei Sogni, una landa di 180 ettari tra la Tiburtina e la Nomentana dove sessant’anni fa il Prg immaginava la nascita della città del futuro. Dal comprensorio di Pietralata, espropriato a suo tempo dal Comune, doveva prendere forma il Sistema Direzionale Orientale, punto di partenza della città del Terzo Millennio. Il sogno è rimasto tale, e tutto ciò che si incontra girando per i campi di Pietralata appare avvolto in un’atmosfera onirica: un paio di bulldozer che scavano, quei rari camion che portano terra chissà dove, le opere in cemento abbandonate, le strade che non collegano nulla, una stazione della metro (Quintiliani) che sbocca in piena campagna. Ma il sogno è pieno di immagini: la sede dell’Istat, l’università La Sapienza, il centro sportivo, l’Adisu (diritto allo studio), i ministeri, piazze, giardini, centinaia di case «sociali», perfino uno stradone destinato addirittura a imitare la Rambla di Barcellona. Decenni di progetti, impegni, aggiornamenti. Una montagna di energie spese per predisporre una città moderna, efficiente. Nessuno, in così tanti anni, è stato capace di realizzare la Pietralata di domani, un luogo per avviare l’inizio del Futuro. Forse le fantasie di un tempo non erano adeguate alla realtà di Roma e i sogni erano destinati solo a farci sognare.