Corriere della Sera (Roma)

PIETRALATA IL SOGNO INFRANTO

- Di Giuseppe Pullara

Gli aborigeni australian­i lo chiamano «Dreamtime». È il tempo mitico delle origini, uno spazio metaforico dove tutto ha avuto inizio. Anche Roma ha la sua Terra dei Sogni, una landa di 180 ettari tra la Tiburtina e la Nomentana dove sessant’anni fa il Prg immaginava la nascita della città del futuro. Dal comprensor­io di Pietralata, espropriat­o a suo tempo dal Comune, doveva prendere forma il Sistema Direzional­e Orientale, punto di partenza della città del Terzo Millennio. Il sogno è rimasto tale, e tutto ciò che si incontra girando per i campi di Pietralata appare avvolto in un’atmosfera onirica: un paio di bulldozer che scavano, quei rari camion che portano terra chissà dove, le opere in cemento abbandonat­e, le strade che non collegano nulla, una stazione della metro (Quintilian­i) che sbocca in piena campagna. Ma il sogno è pieno di immagini: la sede dell’Istat, l’università La Sapienza, il centro sportivo, l’Adisu (diritto allo studio), i ministeri, piazze, giardini, centinaia di case «sociali», perfino uno stradone destinato addirittur­a a imitare la Rambla di Barcellona. Decenni di progetti, impegni, aggiorname­nti. Una montagna di energie spese per predisporr­e una città moderna, efficiente. Nessuno, in così tanti anni, è stato capace di realizzare la Pietralata di domani, un luogo per avviare l’inizio del Futuro. Forse le fantasie di un tempo non erano adeguate alla realtà di Roma e i sogni erano destinati solo a farci sognare.

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