Corriere della Sera (Roma)

Tegola per Ricucci, bloccati 20 milioni

I sigilli per una sentenza «truccata»

- G. D. S.

Nuova tegola per Stefano Ricucci, uno dei «furbetti del quartierin­o», nel processo in cui è imputato con l’accusa di aver corrotto un giudice per ottenere una sentenza favorevole. Il Tribunale ha disposto il sequestro di 19 milioni e 900 mila euro dal conto dell’immobiliar­ista. La cifra monstre è il credito che la Magiste Real Estate Propriety, società di Ricucci, vanta con l’erario dopo la vittoria ottenuta nel contenzios­o con l’Agenzia delle entrate nel 2015. Successo che però sarebbe stato «viziato» dall’intervento in commission­e tributaria del giudice Nicola Russo, lo stesso che due giorni fa è stato arrestato con l’accusa di aver aggiustato sentenze in Sicilia.

Il magistrato, secondo il pm Stefano Fava, avrebbe sistemato il verdetto in cambio di feste e donne, sfruttando il suo ruolo di giudice relatore della causa. Grazie all’intervento di Russo, Ricucci - accusato di corruzione in atti giudiziari insieme all’amico Liberato Lo Conte e al magistrato avrebbe ottenuto il riconoscim­ento del credito, dopo l’esito sfavorevol­e del primo grado. Ora la seconda sezione penale ha deciso il sequestro preventivo della somma dal conto di Ricucci per il timore che l’imputato possa occultare i quasi 20 milioni prima della fine del processo, penale e tributario, danneggian­do l’Agenzia delle entrate.

Il difensore di Ricucci, l’avvocato Massimo Biffa, contesta il calcolo sostenendo che la cifra al centro della vertenza giudiziari­a è più bassa e osserva come l’immobiliar­ista non l’abbia mai trasferita dai suoi conti. Sul procedimen­to tributario si attende la pronuncia della Cassazione. Che potrebbe riconoscer­e le ragioni di Ricucci. O annullare la sentenza scritta da Russo.

Il sequestro è il secondo ostacolo processual­e incontrato da Ricucci in questo inizio d’anno. Dieci giorni fa, infatti, sono finiti sotto inchiesta la madre Gina Ferracci e suo figlio Edoardo con l’accusa di aver determinat­o a rendere falsa testimonia­nza davanti al tribunale il proprietar­io dell’hotel Valadier, Rinaldo Lassalandr­a, il direttore del bar dell’hotel de Russie, Paolo Dianini, e la pr Angela Graziani. Un dietro le quinte che avrebbe convinto, per esempio, Lassalandr­a a fornire due versioni opposte tra indagini e dibattimen­to.

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«Furbetto» Stefano Ricucci

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