Storie e leggende, maschere arcaiche della Basilicata
In mostra «Il mito rivisitato» da Nicola Toce
Nell’anno di Matera Capitale europea della Cultura, con i riflettori del mondo accesi sulla città patrimonio dell’Unesco dal 1993, anche Roma guarda alla regione dei «sassi» con la mostra Il mito rivisitato. Le maschere arcaiche della Basilicata di Nicola Toce, curata da Francesca Romana Uccella e ospitata da oggi al 28 aprile al Casino delle Civette.
Inserita nell’ambito di una più ampia manifestazione dedicata alla tradizione del Carnevale lucano, realizzata dall’Agenzia di Promozione Territoriale della Basilicata, l’esposizione si propone di esplorare l’universo artistico e culturale di un territorio ancora poco conosciuto, cercando nelle opere dell’artista di Aliano il filo che tiene legati i paesaggi rupestri e calanchivi alle preziose città d’arte, gli antichi riti e i miti ancestrali alle cronache recenti di un’accoglienza turistica (virtuosa) nei piccoli borghi. Trentotto in tutto, tra sculture in argilla e maschere di cartapesta (realizzate con i fogli del Corriere della Sera), i lavori che Toce ha modellato per riflettere l’identità dei paesi aderenti alla Rete Carnevali e Maschere della Lucania: Aliano, Teana, Satriano, Tricarico, Cirigliano, San Mauro, Lavello, Montescaglioso.
Il risultato è una collezione di animali fantastici dai volti antropomorfi, esseri variopinti, creature magiche e spiriti delle argille che, dalle sale del museo di Villa Torlonia, con vigorosa plasticità restituiscono a chi li osserva i racconti di magia, amore, paura e folclore raccolti da Toce nella sua stessa terra a partire dal 2008. «A Roma il visitatore conoscerà i miti del Carnevale lucano, oggi quanto mai vivo, e le tuonanti maschere che lo reinterpretano — spiega la curatrice — con l’orso di Teana, il “domino” di Lavello dalla doppia natura che porta l’anno verso la Quaresima, la “foresta che cammina” nelle strade di Satriano, i colorati nastri e i veli neri delle figure bovine di Tricarico e le personificazioni dei mesi di Cirigliano accompagnati dai rumorosi campanacci di San Mauro Forte, che neanche i temibili Cucibocca di Montescaglioso riescono a tacitare». Un arcaico patrimonio materiale e immateriale che, nell’arte, riesce a mostrarsi nella sua evoluzione.
Materiali
Trentotto sculture in argilla e cartapesta riflettono l’identità dei paesi della Lucania