DiFra all’italiana in Champions
Rugby, musica e cultura dal Centro al Foro Italico
Potrebbero essere 7 i giocatori italiani della Roma in campo domani sera contro il Porto all’Olimpico, nella partita di andata degli ottavi di finale di Champions League: Mirante, Florenzi, Pellegrini, De Rossi, Cristante, Zaniolo ed El Shaarawy. Out Olsen e Schick.
Una lunga scia rossa in fila da piazza del Popolo al parco del Foro Italico, le donne tutte con un daffodil (il narciso, fiore simbolo del Galles) in mano, gli uomini con una pinta. È stata un’invasione oltre le attese per diecimila pellegrini del Principato celtico, richiamati dalla festa del Sei Nazioni, dai 10 successi di fila (11 poi con quello di ieri per 26-15, record) della loro squadra, dal fascino di Roma e di un evento entrato oramai a far parte della tradizione sportiva cittadina. Tutti a pranzo negli stand disseminati di fronte allo stadio sotto al maxischermo che rimbalzava le immagini della prima sfida di giornata (Scozia-Inghilterra), prima di monopolizzare il momento degli inni dentro all’Olimpico con un «Lands of my father», le terre dei nostri padri, da brividi. E poi di corsa verso il «Terzo Tempo Peroni Village» (al suo 11esimo anno di attività) dove si è esibito il cantante Nesli.
Roma ha risposto con passione, in molti avevano sfruttato l’iniziativa «Quarto tempo, rugby e cultura» per una visita gratuita ai musei cittadini, gli altri hanno preferito una lunga passeggiata dal Centro baciata dal sole. Il vero motivo per cui, a prescindere dai risultati, al di là della Manica nessuno si sogna di pensare a un meccanismo di retrocessioni che coinvolga l’Italia.Finita la partita le squadre dei giardinieri della
Coni Sevizi è sciamata in campo per rifare il trucco al prato e preparare l’arena per RomaPorto, andata degli ottavi di Champions di martedì prossimo. Domenica 24 si replicherà contro l’Irlanda e con un’altra invasione di fedeli che dall’Isola
verde si regaleranno prima della partita la messa solenne in Vaticano. Chiusura il 16 marzo con la Francia. Quel giorno il rugby non conoscerà tensioni.