Cristiano De André: l’«impiegato» di Faber e altre perle (rock)
Storia di un impiegato di Fabrizio De André riarrangiato in chiave rock da Cristiano. Il concept album di Fabrizio portato in tour dal figlio tocca stasera l’Auditorium, tornando a smuovere le coscienze a vent’anni dalla scomparsa del suo autore (viale Pietro de Coubertin 30, prevendite Ticketone e circuiti abituali). Nel live, i brani del disco sono affiancati da altri celebri pezzi di repertorio come Fiume Sand Creek e Don Raffaè, che hanno affrontato il tema della lotta per i diritti, e da perle come Il pescatore. La regia dello spettacolo, di Roberta Lena, comprende visual con immagini storiche e giochi di luce. Cristiano ha voluto portare in scena quest’opera a partire dal 50esimo anniversario del ’68, l’anno passato. Arrangiare Storia di un impiegato ha significato riportare in auge i valori della rivoluzione pacifista: l’utopia, l’anarchia, il sogno, da una parte; il potere, la paura, l’inabissamento delle qualità individuali a discapito delle esigenze globali, dall’altra. Cristiano e Stefano Melone hanno dato una nuova vita musicale alle canzoni: un suono rock-elettronico, calibrato sui momenti psicologici del protagonista della storia, dall’iniziale clima di sfida dettato dall’introduzione dedicata al Maggio francese, al fallito attentato e al carcere. Ha spiegato Cristiano: «Con questo tour voglio risvegliare le coscienze. Mio padre diceva che noi cantanti portiamo un messaggio. Non posso che appoggiarlo».