Frongia si prepara per il Patrimonio: assunto un avvocato
L’assessore ha scelto Paolo Saolini (88 mila euro l’anno) suo fedelissimo fin da quando era vicesindaco
All’inizio fu Paolo Saolini a seguire Daniele Frongia ai tempi in cui era vicesindaco, cioè dal trionfo elettorale di Raggi fino all’arresto di Raffaele Marra, metà dicembre 2016. Poi — dopo lo scoppio del caso politico, l’uscita forzosa del vicesindaco dalla chat dei «quattro amici al bar» (dove c’erano anche Raggi e Salvatore Romeo, oltre a Marra e a Frongia) e il demansionamento voluto dai vertici M5S - Saolini aveva continuato a lavorare con Frongia nell’assessorato allo Sport del Campidoglio. Stavolta, invece, potrebbe essere lui, Paolo Saolini, ad essersi portato avanti nell’attesa che l’amico-assessore lo raggiunga al Patrimonio del Co(1,2 mune, passaggio che potrebbe essere ratificato da Raggi nel prossimo rimpasto di giunta con l’addio dell’attuale titolare, Rosalba Castiglione.
Perché Saolini - grillino della prima ora, amico, collaboratore e avvocato di Daniele Frongia - è da ieri al Patrimonio di Roma Capitale. Contratto articolo 90 e stipendio di 88.728,50 euro annui lordi. E in molti in Comune interpretano questo passaggio come primo atto del «commissariamento» del Patrimonio operato da Frongia, interessato al settore fin dai tempi in cui combatteva da consigliere grillino sugli scranni dell’opposizione e teorizzava la maxi spending review del Comune miliardi di euro) partendo proprio dalla marea di affitti «addomesticati» dalla politica. Quello che sembra, in realtà, è più il primo passo reale di Frongia verso un assessorato strategico del Campidoglio. Cruciale, visto che detiene un’enorme banca dati relativa a immobili comunali e del Demanio. E quindi determinante nelle politiche abitative, nella gestione degli alloggi Erp (edilizia popolare) e dell’housing sociale. Per capire: se la casa è una delle emergenze della Capitale, il Patrimonio può essere una delle chiavi più politiche in mano al M5S per ritrovare il consenso che, in due anni e mezzo di amministrazione, sembra essersi un po’ appannato.
C’è poi un episodio che, in certo senso, conferma come Saolini sia l’uomo giusto per dare il via all’operazione Patrimonio. Per una sera - a ottobre 2016 - l’avvocato fu l’eroe del Movimento nella lotta all’illegalità: rientrando a casa - quartiere Parioli - Saolini, che si occupava di concessioni per impianti sportivi, trovò quello che sembrava l’innesco di ordigno, un piccolo involucro da cui fuoriuscivano fili con dentro tre batterie. Solo paura visto che non c’era polvere esplosiva. Ma un segnale che indusse a pubblica reprimenda anche l’ex guru Beppe Grillo.
Rimpasto L’avvicendamento potrebbe essere ratificato dalla sindaca Raggi nel prossimo rimpasto di giunta
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Il titolare dello Sport già da consigliere comunale teorizzava una maxi spending review