La consigliera: pronta ad andare dal pm
«Da vent’anni senza gara di manutenzione e turn over bloccato»
Vanessa Ranieri, nominata consigliera un anno fa, si è vista revocare l’incarico assieme agli altri componenti del Cda. Avvocata esperta di diritto ambientale, si dice pronta a difendere la sua onorabilità e ad essere ascoltata dal pm.
Vanessa Ranieri, 49 anni, da gennaio 2018 consigliere di amministrazione di Ama, non si aspettava, malgrado il duro braccio di ferro con il Comune, l’accelerazione che in 48 ore ha portato all’azzeramento del Cda.
Il sentore che foste in bilico era nell’aria da giorni, perché adesso si dice spiazzata?
«Venerdì sera la sindaca ci comunicava che in settimana avremmo lavorato con i dipartimenti coinvolti sul bilancio 2018 e ci dava il placet sul percorso». Lo avete interpretato come un segnale di apertura?
«In mancanza di certezze sulla cabina di regia prospettata dal Campidoglio, non abbiamo risposto... Come amministratori, non sapevamo se fosse una soluzione praticabile».
Ieri invece vi è piovuta addosso la lettera di licenziamento... Come si è arrivati a un livello di conflittualità così esasperato?
«Non me lo spiego. Da parte nostra non c’è stato alcuno scontro. Abbiamo presentato il bilancio e, da lì, non abbiamo più capito nulla».
Nell’ordinanza, oltre alla rottura del rapporto di fiducia, si parla di «comportamenti contrari ai generali principi di correttezza e leale relazione con l’ente pubblico».
«Abbiamo lavorato tutti oltre l’immaginabile disponibilità. Sono a disposizione degli inquirenti come persona informata dei fatti». Farete causa al Comune?
«Oggi (ieri, ndr) ci siamo presi un giorno di tempo...». State valutando la strategia migliore per rivalervi nei confronti dell’amministrazione?
«Abbiamo richiesto un parere congiunto con il collegio sindacale allo studio legale Casavola, per appurare a quale norma faccia riferimento l’ordinanza, se allo statuto di Ama o al codice civile, perché dal documento non è chiaro».
Tra le contestazioni che vi riguardano, anche i troppi pareri commissionati a professionisti esterni.
«Ripeto, dal testo non si capisce quale sia la norma di riferimento. È un aspetto dirimente, per capire se rimarremo in carica fino alla nomina del nuovo Cda».
Dovrete aspettare l’avvicendamento con i nuovi vertici? Ma comunque: nell’attesa di capire se la revoca avrà effetto immediato, cosa farete?
«Per quanto mi riguarda, ma penso di essere in linea con gli altri, tutelerò il mio nome e la mia onorabilità in tutte le sedi possibili».
L’amministrazione, però, è convinta ci siano gli estremi per la giusta causa.
«Le motivazioni che dovrebbero configurare la giusta causa non mi sembra corrispondano a quanto previsto dallo statuto. Abbiamo sempre agito con diligenza, rigore e nel rispetto delle regole».
Il socio unico ritiene invece che abbiate disatteso le linee guida e non siate stati abbastanza
Il dubbio
«Dal testo non si capisce quale sia la norma di riferimento: il dato è dirimente»
Tempistica «Dobbiamo capire se rimarremo in carica fino alla nomina del nuovo cda»
solerti nello scongiurare le carenze gestionali.
«Cos’altro avremmo potuto fare tra gare andate deserte, l’ultima per la manutenzione dei mezzi risale a 20 anni fa, blocco delle assunzioni e crediti non riscossi? Su tutto, dal pegno per sbloccare le linee di credito all’ipotesi di trattenere una parte della Tari per far fronte alle nuove difficoltà e garantire stabilità finanziaria, non abbiamo avuto riscontri. Per non parlare di quanto accaduto nel 2018...». A cosa si riferisce?
«A una serie di circostanze che devono far riflettere gli inquirenti».
Si spieghi.
«Ad aprile l’aumento del 10 per cento del volume di rifiuti, un’anomalia che ci ha sballato le stime. Poi la bocciatura del bilancio e il rogo del Tmb. Abbiamo chiesto al Comune di autorizzare subito la stazione di trasferenza a Ponte Malnome, invece è passato più di un mese...».