La cena delle belve fra sette «amici» nell’Italia del 1943
Da stasera al 3 marzo al Teatro Quirino (via delle Vergini 7) è in scena La cena delle belve di Vahé Katchà, traduttore e adattatore Vincenzo Cerami, con la regia di Julien Sibre e Virginia Acqua. Protagonisti in scena Marianella Bargilli, Francesco Bonomo, Maurizio Donadoni, Gianluca Ramazzotti, Ruben Rigillo, Emanuele Salce e Silvia Siravo.
La trama racconta la storia di sette amici che, nell’Italia del 1943, durante l’occupazione tedesca, si trovano per festeggiare il compleanno del loro ospite. Una serata diversa, per staccare un attimo dalle tragedie e paure della guerra e dalle tante privazioni che questa porta con sé.
Quella stessa sera, però, vengono uccisi due ufficiali tedeschi ai piedi della loro palazzina e per rappresaglia la Gestapo decide di prendere due ostaggi per ogni appartamento. Il comandante tedesco dell’operazione riconosce però nel proprietario dell’appartamento dove si trovano i sette amici il libraio dal quale spesso compra delle opere, e per mantenere un singolare rapporto di cortesia, avverte che passerà a prendere gli ostaggi al momento del dessert, lasciando a loro la scelta dei due ostaggi.
Qui comincia La cena delle belve con tutto quello che può far presagire un quadro del genere. Ognuno cerca di salvare la propria pelle e davanti alla paura della morte l’amicizia cade, tirando fuori il peggio di ogni persona. Il testo di grande attualità alterna momenti di alta tensione a momenti di risate e divertimento, lo humour nero è così ben miscelato da impreziosire l’opera, tanto l’assurdità crudele di una tale scelta possa spesso prestarsi al sorriso.
Uno spettacolo che prende per mano lo spettatore e lo coinvolge emotivamente fino all’inaspettato finale a sorpresa, costretto a identificarsi in ciascuno dei sette personaggi. Il genio di Katchà dipinge senza compiacimento la natura umana con realismo crudo, in cui l’ironia non è mai assente. Info: 06.6794585; www.teatroquirino.it