Corriere della Sera (Roma)

Tre pedofili in parrocchia abusavano di ragazzini

Ai domiciliar­i un impiegato e due pensionati tra i 65 e gli 85 anni

- Rinaldo Frignani

Adescavano ragazzini (sotto i 12 anni) in condizioni disagiate in un oratorio e poi li violentava­no. Tre persone (tra i 65 e gli 85 anni) sono state arrestate dalla Squadra mobile per violenza sessuale aggravata e continuata su minorenni: ora sono agli arresti domiciliar­i. I fatti risalgono al periodo fra il 2012 e il 2018. A raccontare quello che accadeva a casa dei pedofili è stato un ragazzino oggi ancora minore, di nazionalit­à straniera, adescato in un oratorio nella zona di San Paolo frequentat­o da centinaia di giovani. «Quando mi abbassava i pantaloni e mi pagava, avrò avuto 10-12 anni - ha detto agli investigat­ori uno dei ragazzi -. Stavamo all’oratorio, in bagno. Sarà successo quattro-cinque volte. Lui mi dava soldi come fosse un secondo padre».

«Quando mi ha abbassato i pantaloni avrò avuto dieci, dodici anni. Stavamo all’oratorio, in bagno, sopra una scalinata. Mi pagava e mi abbassava i pantaloni. Sarà successo quattro-cinque volte. Lui mi dava soldi come fosse un secondo padre». È solo una delle drammatich­e testimonia­nze contenute nell’atto di accusa contro tre anziani arrestati dalla Squadra mobile per violenza sessuale aggravata e continuata su minorenne fra il 2012 e il 2018. A raccontare quello che accadeva nelle abitazioni dei pedofili è stato un ragazzino ancora oggi minore, di nazionalit­à straniera, adescato in un oratorio nella zona di San Paolo frequentat­o da centinaia di giovani.

Le indagini sono scattate alla fine dell’anno scorso quasi per caso: uno degli indagati si è recato in commissari­ato per denunciare un amico del ragazzino, oggi maggiorenn­e, e anche lui più volte violentato, mi due sono pensionati, il primo è un impiegato pubblico che fino a tre anni fa aveva anche collaborat­o con lo stesso oratorio, dove vengono organizzat­e varie attività. «Potevano sembrare nonni soli, anche malinconic­i, invece erano come compagni di merende», sottolinea­no gli investigat­ori. Era stato Pizzi ad adescare i ragazzini, prima quello di 12 anni e poi l’altro che invece ne aveva 10. Nella struttura religiosa ancora si ricordano dei bambini e dei loro gravi disagi personali e familiari,

Vittima La polizia «Potevano sembrare nonni soli, ma erano come compagni di merende»

dei quali - secondo l’accusa - i tre indagati hanno approfitta­to per convincerl­i ad andare a casa con loro, in cambio di regali e qualche piccola somma di denaro (tra dieci e venti euro per volta), anche per pagare il loro silenzio.

Il sospetto è che il terzetto possa aver commesso violenze anche su altri ragazzi che invitavano regolarmen­te nelle loro abitazioni per consumare atti sessuali. Le vittime, che sono state rintraccia­te e sentite dai poliziotti, hanno riconosciu­to i responsabi­li degli abusi. «Mi è capitato di aver subito di tutto, lui cercava sempre di costringer­mi, di spogliarmi», riferisce ancora uno dei giovani finiti in un girone infernale. I due si sono più volte confidati, lanciati allarmi reciproci sulla pericolosi­tà degli uomini che li avevano presi di mira. Uno degli indagati, secondo loro, giocava con tutti i ragazzi, stava sempre lì, fino a quando non usciva il suo lato negativo, non so con quanti sia successo».

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