Lazio, il mercato ha tradito ambizioni e aspettative Acerbi: ci manca la cattiveria
Zero cessioni e acquisti non straordinari, però mirati: l’estate della Lazio era stata ispirata a questi due principi, che sembrava dovessero catapultare in alto la squadra di Inzaghi. Solo il primo, però, ha avuto l’effetto sperato: la conferma di Milinkovic-Savic, soprattutto, ma anche di Luis Alberto e Correa, ha permesso ai biancocelesti di godere ancora della loro qualità e dei loro piedi d’oro. Il problema è nato con la seconda parte del programma: quella non ha proprio funzionato; il mercato, a sorpresa, ha finora tradito attese e ambizioni.
Lazzari doveva essere l’uomo della svolta nel ruolo più scoperto, l’esterno destro, dopo due anni di perplessità sollevate da Marusic. Manuel però ha faticato oltre ogni attesa a inserirsi: è partito benino, nonostante un infortunio alla mano che lo ha un po’ condizionato, ma si è presto smarrito, tanto che il montenegrino si è ripreso il posto da titolare. Una delusione, almeno per il momento.
Anche da Vavro la Lazio si aspettava un bel contributo: la sensazione era che potesse scalzare in fretta il vecchio Radu, del resto l’investimento (10 milioni più bonus) è stato rilevante se si considerano il ruolo e la storia del giocatore e le abitudini del club biancoceleste. Invece lo slovacco non ha mai dato garanzie, tanto che ha cominciato in panchina e lì è rimasto. Erano più attese le difficoltà di Jony, il quale ha caratteristiche offensive ed evidenti lacune difensive (ne ha approfittato D’Ambrosio contro l’Inter, ma non solo lui), e di Adekanye, un ragazzo tutto da formare.
Il mercato della Lazio non è un fallimento. Non ancora. Ma certamente le prime nove partite della stagione hanno sollevato molti dubbi su una campagna acquisti che sembrava essere stata condotta in modo adeguato al progetto tecnico e tattico di Inzaghi.
Intanto Acerbi dal ritiro della Nazionale ha detto: «Costruiamo tanto ma concretizziamo poco, vuole dire che ci manca la cattiveria».