Corriere della Sera (Roma)

I NUMERI DEL NOSTRO MALESSERE

- Di Antonio Preiti

Ache punto è la notte? È quello che tutti ci chiediamo se pensiamo a Roma. Sappiamo che la notte è fonda, e quanto sia fonda ce lo dice il Rapporto «Capitale Italia», curato dal Centro di Economia Digitale. Nelle tabelle del Rapporto, redatto con la collaboraz­ione dei principali partiti politici romani, la città appare nuda nelle classifich­e di confronto con il resto dell’Europa.

Forse la tabella insieme più impression­ante e sintetica è quella che misura la soddisfazi­one dei residenti rispetto alla qualità della vita nella propria città. Nessuno s’aspettava fossimo la migliore città d’Europa, ma speravamo almeno di non essere l’ultima. Questa purtroppo è la misura della notte.

Alcuni pilastri del buio (se così si può dire) sono forse inattesi, come l’occupazion­e che ha segni di ripresa solo negli over 50, ma sprofonda fra i più giovani; i nuovi lavori che sono lavori a basso valore aggiunto; il saldo della natalità che è zero; l’università più grande d’Europa che, nelle graduatori­e internazio­nali, sta al posto 217 per la qualità. Oppure, potremmo aggiungere noi, la città dove si paga di più la nettezza urbana ed è anche la più sporca d’Italia (non abbiamo su questo una classifica, ma sappiamo di non sbagliare troppo). E le luci? Poche, ma enormi, se passiamo dalla realtà alla potenziali­tà. È sicurament­e meritevole che il Ced abbia messo insieme esponenti di tutti i principali partiti.

Quando si dialoga è sempre un bene e quando si dialoga sul merito delle cose è ancora meglio. Siamo perciò sulla strada giusta. Consideria­mola però la prima tappa di un percorso che si deve inerpicare su salite molto più impervie. Cosa significa?

Significa che raggiunger­e l’unanimità sulle esigenze (Roma deve riprendere lo sviluppo; Roma deve essere pulita; Roma deve puntare sull’economia sostenibil­e; Roma ha bisogno di una governance migliore) è già un risultato, ma bisogna trovare l’accordo sulle decisioni da prendere (perché la situazione che viviamo non viene dal cielo, ma dalla terra di chi ha, e ha avuto, responsabi­lità su questa città).

Pulire la città obbliga a prendere decisioni e fare cose nuove (gli impianti, ad esempio); fare andar bene bus e metro significa cambiare completame­nte le regole di fatto che li governano; far sviluppare l’edilizia significa cambiare i comportame­nti amministra­tivi. Insomma, per avere risultati diversi devi fare cose diverse (da questo obbligo della ragione non si scappa).

A che punto è la notte? Sappiamo adesso meglio quanto è profondo il buio, ma per aprire alla luce, ci vorranno le decisioni, fondate su un’alleanza nuova tra élite e popolo. Non è facile, e non ci sarà l’unanimità, ma vogliamo la luce, vero?

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