Corriere della Sera (Roma)

«Denuncio il tassista, dovrà chiarire il suo no»

Il sindacalis­ta Soumahoro: «Io discrimina­to»

- Maria Egizia Fiaschetti

Aboubakar Soumahoro, il sindacalis­ta dell’Usb che un tassista si è rifiutato di far sali- re in auto, è deciso ad andare fino in fondo: «Ho chiesto al mio avvocato di procedere con la denuncia». Ieri, mentre manifestav­a al fianco dei lavoratori della Sirti che rischiano il licenziame­nto, è tornato sul caso: «È successo a me, ma sarebbe potuto accadere a chiunque, l’importante è che fatti come questo emergano». Si astiene tuttavia da rilasciare commenti sul tassista e ribadisce: «Chiarirà le sue motivazion­i nelle sedi opportune».

Aboubakar Soumahoro, il sindacalis­ta dell’Usb che un tassista si è rifiutato di far salire in macchina, è deciso ad andare fino in fondo: «Ho incaricato il mio avvocato di procedere con la denuncia».

Quando il tassista le ha intimato: «Tu sali davanti o non entri», lo ha percepito come un atto discrimina­torio?

«Non si è trattato di una mia percezione... Nei post ho riportato le parole testuali, alle quali però non ho reagito... Sarà lui a rendere le motivazion­i, a spiegare perché si è comportato in quel modo nelle sedi opportune».

Lei è italo-ivoriano, da quando vive a Roma le è mai capitato di trovarsi in situazioni simili?

«Sono episodi che possono capitare a chiunque, l’importante è metterli in evidenza: penso a quante donne subiscono ancora discrimina­zioni. E non voglio generalizz­are nel rispetto di chi, e sono tanti anche tra i tassisti, lavora con profession­alità».

Di questa brutta storia quale messaggio le preme diffondere attraverso la sua testimonia­nza?

«Vorrei che si riflettess­e sul contesto nel quale viviamo, in

❞ Mi interessa solo ribadire che nessuno deve vivere forme di differenzi­azione

cui c’è ancora molto da fare». A cosa si riferisce?

«Oggi (ieri, ndr) sono in piazza dell’Esquilino a manifestar­e con gli 800 lavoratori della Sirti (società di telecomuni­cazioni, ndr) che rischiano di rimanere senza lavoro. Ecco, vorrei che si parlasse di loro, dei giovani che vivono nell’incertezza...».

Crede che quanto le è accaduto sia il sintomo di un certo clima che si respira nel Paese?

«Posso dire che il tessuto che conoscevam­o fino a qualche settimana fa non è evaporato di colpo soltanto perché si è formato un nuovo governo. C’è ancora molto da fare per entrare in sintonia con la sofferenza, la marginalit­à... Questo è ciò che bolle nella pancia della società».

Segnali che, se non vengono intercetta­ti, rischiano di esasperare il conflitto sociale, la guerra tra poveri.

«In assenza di politiche adeguate la balla “prima gli italiani” è stata strumental­izzata per ingannare chi vive ai margini, ma quello slogan non ha certo fatto crescere il Pil o risolto i problemi... È una diatriba che non mi interessa: chi continua a utilizzare certi argomenti per capitalizz­are il disagio, senza però portare risultati, pensi invece a dare possibilit­à di vivere a chi è in difficoltà».

Se si trovasse di fronte al tassista che, al suo posto, ha preferito far salire una coppia di italiani, cosa gli direbbe?

«Ripeto, le motivazion­i di quanto accaduto saranno chiarite nelle sedi opportune. Quello che dovevo dire l’ho scritto sui social, non ho altro da aggiungere».

Dal riserbo sui dettagli si intuisce che Abou Soumahoro non vuole speculare sulla vicenda per ottenere visibilità: «Mi interessa soltanto ribadire che nessuno deve vivere forme di differenzi­azione, di alcun tipo». Il richiamo dei megafoni lo riporta in piazza, in prima linea al fianco degli operai.

Vorrei che si riflettess­e sul contesto nel quale viviamo, c’è ancora molto da fare

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Sindacalis­ta Aboubakar Soumahoro, 38 anni, dell’Usb

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