Corriere della Sera (Roma)

Protesta curda tra diplomazia e piazza

Oggi altra manifestaz­ione. In città si moltiplica­no le iniziative per fermare la guerra

- Di Riccardo Antoniucci

Sono tre curdi del Rojava, ma la guerra l’hanno vista scoppiare da Roma, dove sono arrivati venerdì scorso per partecipar­e nel weekend a un convegno organizzat­o al Palladium. Dovevano spiegare il modello di autogovern­o basato sulla teoria del «confederal­ismo democratic­o» elaborata dal loro leader Abdullah Öcalan, in un evento annuale che si svolgeva nella Capitale per la prima volta, voluto da col sostegno dell Municipio VIII, e dove erano invitati esponenti della sinistra italiana, come Mimmo Lucano. Ma quando mercoledì le bombe di Ankara hanno iniziato a cadere su Ras Al Ain, città al confine tra Turchia e Siria, la loro missione ha cambiato segno ed è diventata diplomatic­a. «Roma è la città dove il nostro presidente è arrivato 20 anni fa per trovare una soluzione al problema del nostro popolo. Ora qui troviamo una società civile e una politica molto vicini alla nostra causa. Speriamo che l’Italia possa fare di più per fermare l’occupazion­e turca», dichiara Ahmad Yousef, del Consiglio esecutivo della Siria del Nord. E in città la solidariet­à non manca.

Con lui ci sono Dalbr Jomma Issa, una comandante dell’esercito Ypg, quasi una reduce ferita più volte, e l’ex sindaco di Kobane Anwar Muslem. Da mercoledì fanno la spola tra Montecitor­io e Palazzo Madama per incontrare deputati e senatori, e sperano di concludere il tour alla Farnesina oggi. Ieri hanno esposto la loro «causa» in una conferenza stampa alla Camera. Denunciano il rischio di «genocidio» e chiedono l’intervento dell’Onu e dei paesi europei per fermare l’offensiva.

E se al livello nazionale la solidariet­à è bipartisan, nella Capitale possono contare su un’accoglienz­a particolar­e.

Per esempio quella di Bibliotech­e di Roma: l’istituzion­e ha ricordato che ha quaranta titoli curdi in catalogo e invita regolarmen­te autori curdi. Il centro culturale Ararat, all’ex mattatoio di Testaccio, è un punto di ritrovo per la comunità ma anche per la galassia di attivisti pro-Kurdistan.

«A Roma c’è sempre stata una staffetta sanitaria di medici o infermieri che andavano a prestare assistenza nei campi profughi a Tel Temr», racconta Viola, attivista romana della Rete Kurdistan Italia. Da Roma sono partite delle carovane di solidariet­à come quella che Zerocalcar­e ha raccontato nel suo fumetto Kobane calling.«I curdi qui hanno sempre trovato ospitalità. E noi sappiamo che è importante creare pressione sociale sulla politica», dice Yilmaz Orkan, volto noto della sede romana di Uiki Onlus, l’Ufficio d’Informazio­ne del Kurdistan in Italia. Gli attivisti della rete hanno convocato un presidio oggi alle 16 a Piazza indipenden­za, ma stanno già preparando un corteo a novembre.

 ??  ?? Manifestaz­ione I curdi «romani» hanno manifestat­o in piazza Barberini
Manifestaz­ione I curdi «romani» hanno manifestat­o in piazza Barberini

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy