In Exitu: Roberto Latini e la sua sfida a Testori
In scena fino a domenica al Palladium
Nel rasoterra della stazione di Milano si consuma il dramma lacerante dell’esistenza. È In Exitu, il testo di Giovanni Testori pubblicato come romanzo nel 1988, da stasera in scena al Teatro Palladium (piazza Bartolomeo Romano, 8) fino a domenica 13 ottobre a opera del più volte Premio Ubu Roberto Latini, che ne cura adattamento, regia e interpretazione.
Raccolta la sfida lanciata dalla Compagnia LombardiTiezzi con cui collabora da più di una stagione, Latini ha deciso di lasciare sullo sfondo la trama che vede protagonista il tossico, omosessuale e marchettaro Riboldi Gino in una capitale morale d’Italia indifferente alla tragedia dei suoi figli reietti, per concentrarsi anima e corpo sulla parola e sull’oralità. «Drogato è il testo — spiega — dove il pusher è Giovanni Testori che cede dosi di un italiano complesso e bellissimo fino all’overdose e la parola ha bisogno della giusta temperatura per compiersi». In una scena coperta di materassi su cui cala una rete da tennis appare, prima solo come un’ombra, il protagonista che, jeans, maglietta e scarpe da ginnastica, impugna un’asta da microfono — inseparabile compagno del teatro di Latini — e comincia un vero corpo a corpo con la parola. Sfidando la logica e la sintassi come l’Ulisse di Joyce e il Lucky che aspetta Godot di Beckett, il Gino di Testori si consuma in una sperimentazione linguistica raffinata e straziante che prende forma in un italiano innervato di latino, dialetto milanese, «straniero», a tratti medievale e quasi esoterico. «I temi centrali di In Exitu — dichiara Latini — sono il dolore e la pietà che fanno parte dell’animo umano, ma anche di un piano altro, superiore». Con le atmosfere sonore curate da Gianluca Misiti e il disegno luci di Max Mugnai, lo spettacolo svela l’architettura del linguaggio di un autore senz’altro difficile, ma troppo spesso vittima di pregiudizio, più per il suo cattolicesimo che per la sua omosessualità.
Repliche oggi e domani ore 20.30, domenica ore 18. Info: teatropalladium.uniroma3.it.