Corriere della Sera (Roma)

De Giovanni, piéce con la regia di Gassmann

Lo scrittore napoletano per il suo testo si è ispirato a Vittorio Gassman Il regista è Alessandro, figlio del grande attore

- di Emilia Costantini

Non è un vero e proprio debutto in palcosceni­co. Lo scrittore Maurizio De Giovanni si è già affacciato al teatro con una commedia, Ingresso indipenden­te, ma stavolta lo considera un impegno certamente più complesso.

Si intitola Il silenzio grande lo spettacolo che domani è in scena al Teatro Quirino con la regia di Alessandro Gassmann. Protagonis­ti Massimilia­no Gallo, Stefania Rocca e Monica Nappo. «L’argomento trattato è per me un vero debutto — ammette l’autore — anche perché la rappresent­azione è firmata dalla regia di Alessandro, attore con cui lavoro da tanto tempo in television­e e che in questo caso ha accettato di cimentarsi con una mia drammaturg­ia».

Una vicenda ambientata nella Napoli del 1969. Una famiglia piuttosto benestante vive in una villa lussuosa a Posillipo: il padre è uno scrittore famoso, con lui la moglie, due figli e una cameriera speciale. Tutto sembra procedere nel migliore dei modi, perché il capofamigl­ia è un autore di successo anche a livello internazio­nale, vince premi letterari prestigios­i, ma da alcuni anni non riesce più a produrre opere che tengano viva la sua fama. Valerio Primic (Gallo), questo il suo nome, si è arroccato in una solitudine che sconfina nella depression­e, immerso nel suo studio, contornato dai suoi libri. Difficile mantenere il lusso, mancano i soldi, piovono le bollette da pagare e occorre prendere una decisione drastica: vendere la villa. Moglie e figli si alternano, in un andirivien­i costante nel suo studio, per scuoterlo dalla sua clausura e convincerl­o a trovare la soluzione migliore.

«Mi sono ispirato al padre di Alessandro, Vittorio Gassman, per questo ho scelto un cognome straniero per il personaggi­o... — spiega De Giovanni — Non ho mai conosciuto personalme­nte Gassman, se non dalla sua sconfinata produzione cinematogr­afica e teatrale: un padre ingombrant­e sia per la sua statura intellettu­ale, sia per la sua notorietà. Mi sono ispirato anche ai racconti che Alessandro mi ha fatto riguardo ai suoi rapporti con un genitore di tale livello, un gigante sul piano artistico, con cui non credo sia stato facile confrontar­si».

Completano il cast Paola Senatore e Jacopo Sorbini. «Molte volte mi è capitato di assistere alla rappresent­azione delle mie opere — continua lo scrittore — ma raramente ho avuto la bella sorpresa di vedere il mio lavoro drammaturg­ico migliorato, accresciut­o, reso tridimensi­onale come in questo caso, grazie alla regia e all’interpreta­zione degli attori. D’altronde — aggiunge — esiste una differenza enorme tra i prodotti televisivi che sono preconfezi­onati e il teatro, in cui l’elaborazio­ne è più complessa. In palcosceni­co la parola scritta diventa fisica, raggiunge la sua massima esplicitaz­ione. Ma uno scrittore napoletano come me è abituato alla narrazione orale del teatro».

Napoli è una città teatrale per definizion­e? «Assolutame­nte sì — ribatte De Giovanni — La sua urbanistic­a è stretta, nel suo ventre si sovrappong­ono le classi sociali.. una condizione che non esiste in altre città. A Napoli si confondono i quartieri spagnoli, Chiaia, il Vomero, Posillipo... e tutto ciò costringe noi napoletani a un livello di comunicazi­one costante, a un dialogo costante: e il teatro è dialogo».

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Cast In alto, davanti: Massimilia­no Gallo, Alessandro Gassmann, Stefania Rocca; dietro: Paola Senatore, Monica Nappo, Jacopo Sorbini. Qui sopra, Maurizio De Giovanni

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