Corriere della Sera (Roma)

Termini, la notte è sempre caos

Ordinanza del Questore per la zona: «Controlli interforze tutti i giorni fino a cessate esigenze» Durante il giorno c’è più decoro, dalle 23 in poi nella zona solo clochard e criminalit­à

- Frignani e Rinaldi

Piazza dei Cinquecent­o è sempre un dormitorio a cielo aperto. Via Marsala e via Giolitti invece il regno dei venditori abusivi, quando non teatro di risse. L’immagine della stazione Termini cambia a seconda se sia giorno o notte. Dalle 23 in poi, quando le pattuglie e i presidi smontano, tornano i clochard e aumenta il rischio criminalit­à. Si spera ora nell’ultima ricetta per far cambiare le cose: l’ordinanza della Questura, in accordo con la Prefettura, per controlli quotidiani serrati, fatti da tutte le forze dell’ordine. Con un blitz più massiccio una volta a settimana. Sarà così fino a nuovo ordine.

C’è una Termini di giorno e c’è una Termini di notte. Quando infatti i militari prima e i vigili urbani poi lasciano la loro postazione, la stazione si trasforma in quella «terra di nessuno», raccontata dal Corriere della Sera più volte in questi mesi. Un degrado affrontato dall’ordinanza voluta dal questore Carmine Esposito che ha richiesto, senza lasciare spazio a interpreta­zioni, maggiori controlli. In effetti, le forze dell’ordine ci sono e si vedono. Ma quando vanno via, i problemi e i riti dello scalo ferroviari­o più grande d’Italia si ripropongo­no, come in un film già visto.

E così appena la macchina della polizia municipale prende altre direzioni, l’ingresso principale della stazione torna ad essere l’accampamen­to preferito dai senza fissa dimora. Due signori che non aspettavan­o altro, arrivano con alcune valigie, tirano fuori tutto ciò che serve per preparare il loro rifugio notturno. Hanno cartoni, coperte, cibo e vestiti. Altri due, invece, poco distanti discutono ad alta voce, sembra quasi che litighino perché uno dei due si è impossessa­to del posto dell’altro. Nelle notti di Termini succede anche questo: una divisione degli spazi dove ognuno ha il suo giaciglio e non vuole essere disturbato. Poco più in là, vicino al parcheggio delle auto, si intravede una tenda da campeggio. È sempre lì da mesi, con il sereno o con la pioggia, e nessuno sembra se ne sia mai accorto. A due passi un uomo estrae un sacco a pelo dallo zaino, l’accampamen­to è servito.

Sotto la pensilina della metropolit­ana si distingue una schiera di senzatetto, sono almeno una decina in venti metri. Uno di loro si alza, si dirige verso quello che un tempo era l’accesso alla metro per i disabili e che oggi invece è diventato il bagno pubblico dei clochard. La scena è presto detta: il tanfo di urina è insopporta­bile ed eccone il motivo.

Spostandos­i da piazzale dei Cinquecent­o verso le strade limitrofe, la situazione varia. In via Marsala non si vedono più i migranti che hanno dormito lì stabilment­e per tutta l’estate. «L’hanno sgomberata qualche giorno fa, speriamo duri», conferma il portiere di notte di un hotel a tre stelle. Mentre via Giolitti invece si conferma la strada del degrado.

Al terminal delle navette per Fiumicino, gli ultimi turisti della giornata in arrivo dall’aeroporto vengono accolti da alcuni tassisti abusivi che non demordono dopo il primo rifiuto.

Seduti sugli scooter all’esterno dei locali ancora aperti, alcuni migranti chiacchier­ano, bevono bottiglie di birra e fumano spinelli come

se nulla fosse. Negli angoli poi si riuniscono in due o tre, si passano tra le mani qualcosa e hanno l’aria di essere dei pusher. All’improvviso una volante della Guardia di finanza arriva a tutta velocità e si ferma al centro della carreggiat­a. Scendono i finanzieri e si avvicinano a due giovani. «Succede quasi ogni sera, ma di sabato è un delirio. Ogni tanto si vedono le forze dell’ordine, ma non capisco perché non stiano sempre qui tutta la notte», si chiede un cameriere sulla cinquantin­a che ha appena terminato il turno di notte.

Cento metri più in là, una scena attira la nostra attenzione. Sandro, 82 anni, originario della Sicilia, è circondato da clochard. Ha una station wagon dalla quale tira fuori pizze, dolci, aranciata e altre bevande. «Vengo qui tutti i martedì e tutti i sabato notte. Offro da mangiare a queste persone. Mi sembra la cosa più giusta da fare», afferma mentre sorride ad un ragazzo appena ventenne. «Sono abbandonat­i a loro stessi, non si può accettare che vivano così».

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