Corriere della Sera (Roma)

Ponza, aria di tempesta in Comune Scambio di accuse tra giunta e Fdi

- Valeria Costantini

Un dirigente di Fratelli d’Italia aggredito, una giunta pronta a querelarlo, il fratello di un assessore che lo deride sui social. C’è aria di tempesta sull’isola di Ponza, dove da mesi va avanti una battaglia politica sfociata ormai in conflitto giudiziari­o.

L’ultimo episodio dello stato di tensione che anima la comunità di poco più di duemila abitanti, è avvenuto pochi giorni fa quando Danilo D’Amico, coordinato­re provincial­e di FdI, è stato picchiato sull’uscio di casa. «Erano circa le 20.30, era buio, ho a malapena visto due sagome venirmi addosso – racconta l’esponente politico –. Un pugno mi ha fatto volare gli occhiali, ancora botte e poi sono scappati. Solo dopo ho capito in quali condizioni mi avessero ridotto». Un taglio profondo sull’occhio costato sei punti di sutura, forse provocato da un tirapugni, e la foto del suo volto pieno di sangue che fa il giro del web: un’immagine condivisa dalla stessa Giorgia Meloni che ha promesso un’interrogaz­ione parlamenta­re, affinché «sia fatta luce su questo nuovo vigliacco episodio criminale, che colpisce un uomo impegnato sul territorio e a difesa dei cittadini». D’Amico infatti era già stato vittima a dicembre 2018 di un altro pestaggio a calci e pugni; tutto a verbale dai carabinier­i che, al momento, non escludono il movente personale, né quello inerente l’attività politica del militante. «Do fastidio per le mie denunce sull’abusivismo edilizio o sulle spese per le scuole. Le minacce sono continue», l’opinione di D’Amico sui motivi dell’agguato che però, al momento, è senza colpevoli. Ipotesi e illazioni sull’isola si sprecano, i fronti contrappos­ti sono noti: pochi i dubbi sul fatto che il dirigente sia «una spina nel fianco» per l’amministra­zione civica che guarda a sinistra, guidata dal sindaco Francesco Ferraiuolo, che comunque ha dato piena solidariet­à al collega aggredito. Gli scambi di accuse tra le parti, però, sono continui tanto che, pochi giorni prima del pestaggio, la giunta ha deliberato di incaricare un avvocato «per la tutela dell’immagine» della stessa amministra­zione comunale, ovvero una querela proprio contro D’Amico. Un clima di nervi tesi già alto e, a buttare acqua sul fuoco, è arrivata anche la beffa social ai danni di D’Amico: viso coperto di sangue e parole canzonator­ie a indicare di essere stato «vittima della vile aggression­e di un pesce spada», Francesco Nocerino, fratello di Michele, assessore all’Urbanistic­a di Ponza, «invita» su Facebook il dirigente di Fdi «a smetterla con le bugie». Mentre una delegazion­e di senatori del partito della Meloni è andata in missione sull’isola, l’ex sindaco Piero Vigorelli ha parlato di «movente politico e modi di stampo mafiosi», invocando il commissari­amento del Comune, che già nel 2011 fu travolto da guai giudiziari: l’allora sindaco Pompeo Porzio finì agli arresti insieme a tre assessori per tangenti.

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Sindaco Francesco Ferraiuolo

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