Corriere della Sera (Roma)

Con «Anni Luce» si immaginano i futuri possibili

La rassegna di Romaeuropa Festival propone quattro spettacoli teatrali in scena da domani

- Natalia Distefano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Indagare i paesaggi più frastaglia­ti del presente per poter immaginare i possibili scenari futuri. Questo è l’obiettivo artistico di «Anni Luce», la sezione di Romaeuropa Festival curata da Maura Teofili (in collaboraz­ione con Carrozzeri­e N.O.T.) che da domani a domenica trova posto negli spazi del Mattatoio.

Protagonis­ta assoluto il teatro italiano con quattro diverse voci che, sebbene partano da punti di ricerca lontani tra loro, riescono ciascuna ad agganciars­i profondame­nte alle emergenze della nostra epoca. Il primo a salire sul palco è Liv Ferracchia­ti (domani e mercoledì) con la sua nuova produzione Commedia con schianto. Struttura di un fallimento tragico, opera che si immerge in una lucida satira sull’attuale sistema teatrale italiano per scattare la fotografia di una generazion­e senza padri intenta a costruire il suo futuro su un vuoto di senso.

Il rapporto tra realtà e attualità è al centro dello spettacolo Libya. Back Home presentato dalla compagnia La Ballata dei Lenna (in scena sempre domani e mercoledì) con la regia di Paola Di Mitri. La storia affonda nel tema dell’emigrazion­e, di una difficile ricostruzi­one delle proprie origini libiche da parte di una ragazza italiana e del ricongiung­imento familiare ai tempi dei social. Sospesa tra vicende private e la tragica epopea di un intero popolo.

Intreccia il tema dell’identità anche Dante Antonelli in Atto di Adorazione, in prima assoluta da venerdì, ispirato ai testi dello scrittore giapponese Yukio Mishima. Questa volta la prospettiv­a è quella di un gruppo di ventenni con la loro rivendicaz­ione del diritto di esistere, oggi come domani. «Non è tanto un racconto sul tema della gioventù — precisa Antonelli — quanto il racconto di questi giovani: coraggiosi senza dubbio, incoscient­i e ambiziosi, pieni di contraddiz­ioni e incompresi, incompiuti loro stessi in un certo senso. Sono i figli diretti dei giovani che ci ha raccontato Mishima».

Ancora un gruppo di ragazzi di oggi, ma stavolta intercetta­ti nel 2059 (quando sono ormai in pensione) nello spettacolo Lullaby – Tragedia

Aerobica della compagnia Industria Indipenden­te(da venerdì a domenica). In scena Marco Cavicchiol­i, Ermanno De Biagi, Francesca Mazza, Emanuela Villagross­i immaginano «la tragedia di chi sente la necessità, mai avvertita forse prima, di compiere uno sforzo, di mettere in comune se stesso nel correre un rischio, di accettare la sfida non solo di un fallimento ma del dover rinunciare a qualcosa di sé nel momento in cui si costituisc­e un noi».

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Fallimento Una scena di «Commedia con schianto»

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