Corriere della Sera (Roma)

Marino: «Io assolto per le cene»

- Prof. Ignazio Marino

Gentile direttore, alcuni giorni fa un’amica mi ha inviato un articolo pubblicato dal Corriere della Sera in cui si racconta di presunte spese dell’attuale assessore al Bilancio di Roma affermando che sarebbe in atto una indagine della Corte dei Conti. All’interno di esso l’autrice sceglie di diffamare la mia persona. Così scrive: «Viene in mente delle cene dell’allora sindaco Ignazio Marino. Era il 2015 e in quel caso l’inchiesta partì da un esposto dell’opposizion­e, all’epoca furono Fratelli d’Italia e il Movimento Cinque Stelle a puntare il dito contro il chirurgo dem per quelle 56 cene a carico del Comune. Il totale era di circa 12 mila euro e Marino sostenne che si trattava di rimborsi per cene istituzion­ali».

La verità è assai diversa: non è che «Marino sostenne …», è la Corte di Cassazione che il 9 aprile 2019 ha sancito «che il fatto non sussiste» assolvendo­mi con formula piena e arrivando a scrivere nella sentenza che la Corte giungeva a tali conclusion­i «tenuto conto della infondatez­za della ipotesi accusatori­a» e spiegando che era possibile «collegare ciascuno di quegli incontri conviviali ad altrettant­i eventi, svoltisi nella stessa giornata, spesso poco prima delle ore serali, ai quali il Marino aveva partecipat­o nella sua veste di sindaco, dunque per finalità certamente istituzion­ali» … «situazioni nelle quali vi era, dunque, più di una mera presunzion­e in ordine alla natura pubblicist­ica di quelle spese, rientranti nella categoria delle legittime “spese di rappresent­anza” in quanto destinate secondo le precisazio­ni della Corte di Cassazione alla realizzazi­one di un fine istituzion­ale dell’ente che le sostiene».

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