Lo sguardo sul mondo della scena britannica
La rassegna «Trend», da domani al 21 dicembre, è alla diciottesima edizione
Diciotto come il numero delle edizioni raggiunte quest’anno da «Trend», il festival curato da Rodolfo Di Giammarco che esplora (e traghetta a Roma) le nuove frontiere della scena drammaturgica britannica. Diciotto come gli spettacoli che ne animano il programma, ospitato al Teatro Belli da domani al 21 dicembre (www.teatrobelli.it).
«Diciotto, esattamente quante sono le nuove produzioni annunciate per l’intera stagione dal Royal Court Theatre di Londra, la sede più storica della nuova drammaturgia inglese ed europea — fa notare Di Giammarco — per intenderci quella che nel 1956 alzò il sipario sul debutto di Ricorda con rabbia di John Osborne. Una forse significativa specularità di numeri e di intenzioni, che rafforza il gemellaggio con Londra, ideale e sostanziale vista la condivisione nei due cartelloni di un autore come Al Smith». Di cui è in arrivo a dicembre Diary of a madman, in prima nazionale, con la regia di Stefano Patti: riadattamento dell’omonimo testo di Gogol, immaginato in una Scozia contemporanea sull’orlo del voto per l’indipendenza.
«Trend vuole riflettere le emergenze contemporanee della Gran Bretagna — cogliendone però il lato più universale, le questioni che hanno senso e significato anche fuori dai suoi confini. Per questo nella scelta dei titoli ho schivato quelli troppo agganciati alla situazione politica interna di questi giorni». Sul palco del teatro trasteverino, dunque, non arrivano i toni feroci del dibattito nazionale sulla Brexit. Per lasciare spazio a testi spesso intimi ma capaci di riflettere uno sguardo corale sulla società.
Ciara di David Harrower, ad esempio, che domani apre la programmazione con un one-woman show dalla scrittura tumultuosa (interpretato da Roberta Caronia, a cura di Valter Malosti) che rievoca in scena uno sconfinato universo di caratteri. «L’autore, spargendo dettagli, informazioni, frammenti di conversazioni e fulminanti flashback — anticipa Di Giammarco — lascia agli spettatori il compito di ricostruire il puzzle della vita di Ciara, in una Glasgow infiltrata dalla mafia che non facciamo fatica a riconoscere in qualche città italiana».
Ottobre prosegue con God of Chaos di Phil Porter (da lunedì a mercoledì) con la regia di Francesco Bonomo, che si muove tra gli interrogativi tecnologici della nostra epoca, tra identità digitali e social network che allargano lo strappo cognitivo tra mondo reale e virtuale (rappresentato con il contributo del progetto fotografico di Studio Lord Z).
Alla condizione umana odierna si ispirano la maggior parte dei titoli, come Loveplay di Moira Buffini, Box Clever di Monsay Whitney, Straight di D.C. Moore, The Garden di Zinnie Harris, Furniture di Sonya Kelly, Judith di Howard Barker, For Once di Tim Prince, I’m a Minger di Alex Jones, Stripped di Stephen Clark, Out of Love di Elinor Cook.
«Tra i tanti lavori ci tengo a ricordare 4.48 Psychosis di Sarah Kane — conclude Di Giammarco — un omaggio all’autrice, scomparsa vent’anni fa, per riascoltarne questa sua sinfonia per voce sola.