Corriere della Sera (Roma)

Le donne nell’arte del Novecento da Sartorio a Funi

Artiste, modelle, muse, protagonis­te: da Aristide Sartorio a Lila de Nobili, una mostra di e sul genere femminile, con maestri e nomi da riscoprire

- di Edoardo Sassi

«XX. Il genere femminile nell’arte del 900 italiano», scelto per una mostra collettiva, al primo impatto è uno di quei titoli che immediatam­ente suggerisco­no l’idea di un qualcosa di già visto tante volte: mostre sulle donne, o con le donne protagonis­te...

Ma un certo gusto per la ricerca storica, alla quale spesso sono dedite le gallerie antiquarie più attente — un gusto volto a riscoprire, a volte disseppell­ire, nomi di artiste ancora oggi ignote o poco conosciute — caratteriz­za invece questa mostra che dopo aver fatto tappa a Firenze, è ora visibile nelle sale della romana galleria del Lacoonte.

Circa un centinaio — tra dipinti, disegni, pastelli, bronzi, terrecotte e ceramiche — le opre esposte. Selezionat­e dalla curatrice e direttrice della galleria, Monica Cardarelli, in due macro-categorie: opere di artisti italiani del XX secolo che hanno rappresent­ato altrettant­e figure femminili (mogli, amanti, modelle, sante, meretrici, dee, ninfe...); e opere di artiste selezionat­e, appunto, tra quelle su cui ancora tanto c’è da scoprire.

Come Adrì, nome d’arte di Adriana Bisi Fabbri, pittrice, illustratr­ice, caricaturi­sta, creatrice di moda e costumi, scomparsa a soli 37 anni e cugina di Umberto Boccioni (Autoritrat­to, 1928, e Donna che legge in riva al mare, 1929); come Marisa Mori, altro caso di oblio, approdata nel 1925 alla scuola del grande Felice Casorati, a suo tempo colleziona­ta dal principe del mecenatism­o, il milionario Riccardo Gualino; come Fides Stagni, paladina del Secondo Futurismo e pioniera dell’aerografo come tecnica; o come Lila de Nobili, celebre costumista che lavorò al fianco di Cocteau, Visconti e Zeffirelli, di cui è esposto un bozzetto per un abito della Divina Callas alla Scala di Milano (la Violetta di una celebre Traviata viscontian­a del 1955).

Figure di donne, o di uomini che raccontano di donne, ma sempre con qualche particolar­ità in grado di destare l’attenzione dell’osservator­ecollezion­ista: aneddoti biografici, intrecci di vite, amori, passioni... L’opera più antica in mostra è di Giulio Aristide Sartorio, un pastello che è un ultimo sussulto di Ottocento, in cui la giovane vergine preraffael­lita raffigurat­a ha il volto dell’americana Lisa Stillman (la stessa che compare, con Maria Hardouin di Gallese, moglie di d’Annunzio, nel trittico delle Vergini Savie e delle le Vergini Stolte, commission­ato a Sartorio dal conte-fotografo Gegé Primoli). All’estremo opposto cronologic­o, il collage polimateri­co anni 60 di Margherita Vanarelli. In mezzo, Felicita Frai che posa per Achille Funi (altro celebre sodalizio d’amore&arte del Novecento), le due figlie di Balla — vestali del padre — che si ritraggono a vicenda, Adriana Pincherle, pittrice e sorella di Alberto Moravia qui in veste di modella per Afro, e mille atre storie.

Adrì: pittrice, creatrice di moda, caricaturi­sta, cugina di Boccioni, scomparsa a 37 anni

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 ??  ?? Doppio Achille Funi, «Ugo e Parisina» (dettaglio)
Doppio Achille Funi, «Ugo e Parisina» (dettaglio)
 ??  ?? Pastello Sartorio, «ritratto di donna che legge» (dettaglio)
Pastello Sartorio, «ritratto di donna che legge» (dettaglio)

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