Il sottopasso costato un milione: mai aperto
È stato ristrutturato due anni fa
Era una discarica, uno dei tanti luoghi di degrado che deturpano un po’ ovunque la città. Poi il sottopasso che si trova a lato dell’edificio Marco Polo, esattamente all’intersezione tra la circonvallazione Tiburtina, via dello Scalo di San Lorenzo e la Tangenziale est, di proprietà comunale, è stato affidato alla Sapienza. Che l’ha ristrutturato spendendo un milione di euro. A due anni di distanza però la struttura non è riuscita ancora ad aprire i cancelli perché per la conferenza dei servizi, che deve dare il via libera all’utilizzo del sottopasso, è impossibile riunirsi e decidere senza la presenza del Comune, che però non risponde alle lettere inviate dall’ateneo.
Nello storico quartiere di San Lorenzo c’è un sottopasso ristrutturato da tempo dall’università La Sapienza che collega il marciapiede di via dello Scalo di San Lorenzo con quello di circonvallazione Tiburtina dove si trova l’edificio Marco Polo, sede delle attività di studio e ricerca legate alle lingue e culture straniere. La questione, che coinvolge il Comune, il Municipio II e lo stesso ateneo romano, ha dell’incredibile e rappresenta l’ennesima situazione di stallo di una burocrazia lenta e spesso inefficiente.
Il sottopasso si trova a lato dell’edificio Marco Polo, esattamente all’intersezione tra la circonvallazione Tiburtina, via dello Scalo di San Lorenzo e la Tangenziale est. Di proprietà comunale, con gli anni era diventato una vera e propria discarica a cielo aperto, oltre che un centro abusivo di prima accoglienza, tanto da spingere l’Amministrazione nel 2004 a chiudere con una cancellata gli accessi. Una volta presa in mano la gestione del Marco Polo, la Sapienza aveva richiesto di avere anche il sottopasso, senza però ricevere risposta da parte del Comune. Solo dopo un videomessaggio postato sulla pagina Facebook dal rappresentante degli studenti presso il Cda dell’ateneo romano, Antonio Lodise, è arrivata la concessione da parte del Municipio II. A quel punto il sottopasso è stato completamente ristrutturato e reso agibile dalla Sapienza per una spesa di circa un milione di euro. A due anni di distanza però, la struttura non è riuscita ancora ad aprire i cancelli perché per la conferenza dei servizi, che deve dare il via libera all’utilizzo del sottopasso, è impossibile riunirsi e decidere senza la presenza del Comune di Roma che rappresenta la «parte afferente». «Non si sa nulla, l’ateneo continua a inviare lettere, abbiamo sollecitato i funzionari competenti e gli uffici del Campidoglio, a questo punto non sappiamo più che cosa fare. La Sapienza si è presa anche l’impegno di chiuderlo a fine giornata per evitare episodi spiacevoli durante la notte. Tutto ciò non tutela gli studenti, che devono passare in un punto molto pericoloso», spiega Antonio Lodise. Il problema è proprio questo: i ragazzi sono costretti ad attraversare in corrispondenza di via dei Reti, con un rischio forte perché proprio in quel punto passa il tram e si è costretti ad attraversare i binari. Ma nonostante questo il Comune continua a stare in silenzio.
«Non sappiamo più cosa fare, l’ateneo continua ancora a inviare lettere»