Corriere della Sera (Roma)

Lulu Rimmel, «ossa di vetro» e voce da brividi

Domani in anteprima al Barberini il docufilm su Veronica Tulli, in arte Lulu Rimmel

- Moretti

Lei è «Lulu Rimmel», ragazza bambola che sembra uscita da un film di Tim Burton. All’anagrafe è Veronica Tulli, cantante 30enne affetta da osteogenes­i imperfetta, la «sindrome delle ossa di vetro» che la costringe alla sedia a rotelle. Sulla sua vita e la sua carriera il regista Antonio Di Domenico ha girato un docufilm che sarà presentato domani in anteprima al Barberini.

Lei è «Lulu Rimmel», la ragazza bambola che sembra uscita da un film di Tim Burton: parrucca vistosa, corpetto stretto, trucco pesante e ukulele in mano. Un’anima gotica in un corpicino di un metro.

All’anagrafe è Veronica Tulli, cantante romana di trent’anni con osteogenes­i imperfetta, anche detta «sindrome delle ossa di vetro»: le sue sono tenute insieme da chiodi per non deformarsi. Perfino inciampare può causarle una frattura, ma non è un buon motivo per starsene immobili nell’eterna paura di cadere. «Mentre gli altri imparavano a camminare io “mi trasferivo” dal passeggino alla sedia a rotelle: a tre anni sfrecciavo nei corridoi dell’ospedale ed ero il terrore di mia madre», canzoni scritte da lei. Dall’altro «Lulu Rimmel», la bambola dark, tatuata dalla testa ai piedi, che Veronica si è cucita addosso: seduta - inevitabil­mente - per tutto lo spettacolo, spesso su un pianoforte, proprio come le bambole poggiate sui mobili di casa. Ma mai sulla sedia a rotelle. «Non mi piace portarla sul palco - spiega -. È solo qualcosa che mi serve per camminare. Non è tutto ciò che sono, anzi non mi rispecchia affatto. E rompe lo schema di ciò che voglio trasmetter­e». Musica e basta: Veronica odia le etichette, le trova banali. «Che palle il pietismo sui disabili taglia corto -. Non c’è mai un equilibrio: o ci vedono come esserini da proteggere o ci ignorano». Ma «Lulu Rimmel» sa come smontare gli stereotipi: nel salotto bohémien della «Bottega degli artisti», a Prati, la ragazza bambola è trasgressi­va e «un po’ sacrilega», come dice lei. Il pubblico la vede muoversi a scatti. Capisce che è umana solo quando inizia a cantare. E resta stupito nel sentire che, da quella voce soave, escono anche battute sconce, turpiloqui­o, inviti al sadomaso come in «Picchiami Johnny», successo francese degli anni Cinquanta: «Amo l’amore che fa bum!».

«Di fragile Veronica ha solo le ossa», scherza Antonio Di Domenico, regista romano che su di lei e la sua carriera ha girato un documentar­io. Si chiama «Cuore di bambola», anteprima domani al cinema Barberini. «Non vediamo l’ora - dicono entrambi -. Siamo stati tra i docufilm in concorso al Giffoni festival. Noi, con la nostra creatura autofinanz­iata, al cospetto di giganti prodotti, ad esempio, dalla Bbc. Un onore». La vita di un’artista in 75 minuti. Un’artista e basta. Senza pensare troppo alla disabilità. «Volevamo raccontare una storia in cui possono rispecchia­rsi tutti - spiega il regista -, quella di una cantante che cerca di emergere e fare della musica un lavoro». Il risultato è lo stesso che ottiene la ragazza bambola: scardinare stereotipi. «Bellezza, sensualità, fascino non sono preclusi ai disabili. “Lulu Rimmel” lo dimostra». Tre anni di riprese ed ecco «Cuore di bambola». Come il cuore con la serratura che Veronica ha tatuato sul petto: «L’ho fatto dopo una storia finita male – racconta -. Mi ha insegnato che il cuore è prezioso e, quello sì, fragile. Va messo sotto chiave e conservato un po’ per sé, anche se ci si innamora. Mai regalarlo completame­nte a qualcuno».

❞ La sedia a rotelle è solo qualcosa che mi serve per camminare. Non è tutto ciò che sono, anzi non mi rispecchia affatto

 ??  ?? Passione Veronica Tulli, 30 anni, canta da sempre e studia musica dall’età di 17 anni (foto Percossi/Ansa)
Passione Veronica Tulli, 30 anni, canta da sempre e studia musica dall’età di 17 anni (foto Percossi/Ansa)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy