Sabella: «Adesso attenti a dire che la mafia qui non c’è»
Alfonso Sabella, 56 anni, assessore alla Legalità del Comune di Roma (con delega su Ostia) dopo lo scoppio dell’inchiesta Mafia Capitale, è sorpreso della sentenza?
«No, era una delle due opzioni. Da giurista ero curioso e aspetto le motivazioni. Ma da cittadino italiano e romano, il ragionamento che faccio purtroppo è un altro». E quale?
«Che la Cassazione ha certificato che la mia città è stata oggetto di criminali che hanno piegato la politica e la macchina amministrativa ai loro interessi. E questo adesso è
un dato incontestabile». Criminali, non mafiosi.
«Le mie parole appena arrivato a Ostia da assessore furono “la mafia qui non c’è e se c’era se l’è portata via la procura”. Ma quello che respiravo era l’odore delle mazzette. E, soprattutto, ho verificato la grande incapacità della burocrazia romana. Quindi, quando qualcuno invoca come alibi la mafia perché non riesce a fare delle cose, ora sa che la mafia non c’è mai stata». A Roma non c’è mafia?
«No, in realtà le mafie ci sono, attenzione a dire che a Roma non ci sono. Sono passate in giudicato condanne ai Fasciani, agli Spada, ai Casamonica e in quei casi si parla chiaramente di associazione mafiosa. Certo, Roma non è una città mafiosa. Ma molto più corrotta di quanto si pensi. I problemi sono la corruzione e, mi spiace dirlo, l’incapacità della classe dirigente: questo l’humus che ha permesso ai criminali di prendere il controllo della città». Cosa cambia adesso?
«Per noi operatori del diritto cambia qualcosa perché, in base alle motivazioni, moduleremo le nostre decisioni. Per gli imputati cambia perché avranno pene molto inferiori senza l’aggravante mafiosa.
Ma per il cittadino non cambia assolutamente nulla, perché quell’organizzazione era stata già debellata dalla procura. E le mafie continuano ad esserci». E per la politica cambia qualcosa?
«Lo Stato è sempre più forte della mafia, nessuno può legare le due cose. E, se lo fa, si deve vergognare. Se sei politico e svolgi, per scelta, delle pubbliche funzioni, lo devi fare con disciplina e onore. Se c’è la mafia la cacci. Non dici che, siccome c’è, non puoi fare nulla».