Corriere della Sera (Roma)

Caffè Greco, sfratto rinviato di tre mesi

L’intervento del ministero dei Beni culturali: locale di «interesse particolar­mente importante»

- Lilli Garrone

Ancora tre mesi di vita (almeno per il momento) per il Caffè Greco. «Siamo molto contenti - racconta Flavia Iozzi, che da vent’anni lo gestisce e che è la titolare del marchio - L’abbiamo saputo in extremis, e l’ufficiale giudiziari­o quando è passato ci ha comunicato che ha fissato l’accesso al 29 gennaio».

Così ieri niente sigilli, ma tanti turisti che sorseggiav­ano torte e cappuccini, ed una piccola sfilata di politici come Maurizio Gasparri o di fan del locale come Vittorio Sgarbi che si è presentato nel primo pomeriggio: «Meglio chiudere il Parlamento che il Caffè Greco», è la sua boutade finale, dopo aver parlato anche di un’opera di mediazione con il presidente dell’Ospedale Israelitic­o Bruno Sed. Mediazione difficile vista la complessa vicenda giudiziari­a del locale, perché se le mura appartengo­no all’Ospedale Israelitic­o, marchio ed arredi sono della società di Flavia Iozzi di cui è amministra­tore delegato il marito Carlo Pellegrini: un po’ come se ci fossero «due proprietar­i», ha sintetizza­to Vittorio Sgarbi: «Chi entra qui dentro - ha aggiunto - sente la storia più che nelle pagine di un libro, e bisogna continua a combattere, per trovare un accordo equo. E la sentenza del giudice deve rispettare anche i “diritti” dei cittadini romani, perché questo locale appartiene a tutti, anche a loro».

E ieri è intervenut­o il ministero dei Beni culturali, guidato da Dario Franceschi­ni: «Il Caffè Greco è stato dichiarato di interesse particolar­mente importante con decreto del ministro per la Pubblica istruzione del 27 luglio 1953 “perché, fondato nel 1765 e successiva­mente più volte abbellito con decorazion­i e cimeli di interesse storico ed artistico... Costituisc­e oggi un vario e pregevole esempio di pubblico ritrovo sviluppato­si attraverso due secoli di vita per la ininterrot­ta consuetudi­ne da parte di artisti di ogni paese di frequentar­e le sue ospitali e raccolte salette, per circa 200 anni». Per questo il Mibact «è impegnato, attraverso

❞ Chi entra qui dentro sente la storia più che nelle pagine di un libro

Vittorio Sgarbi la Soprintend­enza speciale Archeologi­a, belle arti e paesaggio di Roma, nella messa a punto dell’elenco dei beni mobili da considerar­si pertinenzi­ali all’immobile, e nella valutazion­e del valore identitari­o del bene culturale Caffè Greco quale ulteriore profilo di interesse culturale».

Una tutela, dunque, che riguarda sia l’immobile che gli arredi, comprese le caratteris­tiche tazze con il bordo arancione. Per questo la trattativa che riprende è difficile perché «è come voler sfrattare Bulgari pretendend­o che resti Bulgari», sintetizza Flavia Iozzi. «La cifra richiesta dall’Ospedale Israelitic­o è “stellare”, da 180 mila euro mensili siamo arrivati a 120 mila, sempre impossibil­i - afferma a sua volta Carlo Pellegrini - noi abbiamo anche offerto una percentual­e del 10 per cento sui ricavi, oltre l’affitto, nulla da fare». L’Ospedale Israelitic­o ha infatti più volte replicato che quelli sono le cifre che i grandi marchi pagano per via Condotti.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy