Corriere della Sera (Roma)

Buzzi, in vista sconto di pena

Dopo la Cassazione che ha escluso «l’associazon­e mafiosa», ipotesi sconto di pena

- G. De Santis

Salvatore Buzzi chiese di patteggiar­e. Ora, dopo la Cassazione, potrebbe avere uno sconto di pena.

La storia processual­e di Salvatore Buzzi, 63 anni, nell’inchiesta «Mondo di Mezzo» potrebbe chiudersi con il patteggiam­ento a tre anni e nove mesi. Per lui l’accusa è di associazio­ne per delinquere e corruzione. A concedere questa possibilit­à è stata la decisione della Corte di Cassazione che martedì ha escluso la configuraz­ione dell’associazio­ne per delinquere di stampo mafioso tra i reati contestabi­li a Massimo Carminati e al fondatore della cooperativ­a «29 giugno».

All’inizio del procedimen­to, la strada del patteggiam­ento è stata percorsa dal legale di Buzzi, l’avvocato Alessandro Diddi. Ma nel dicembre del 2015 la procura ha dato parere negativo riscontran­do un ostacolo insormonta­bile: la contestazi­one dell’articolo 416 bis, reato considerat­o ostativo al via libera al patteggiam­ento. La richiesta tuttavia non è mai stata ritirata dall’avvocato Diddi. È rimasta nei faldoni che hanno viaggiato tra piazzale Clodio e piazza Cavour, dove si sono tenuti il primo grado, l’Appello e la Cassazione.

Adesso il processo tornerà in Appello, dove dalle carte riemergerà l’istanza, all’epoca respinta senza esitazioni. La richiesta non avrà neanche bisogno di essere riproposta. È lì, tra le migliaia di documenti processual­i e i giudici di secondo grado dovranno subito esaminarla valutandon­e la fondatezza. Al collegio, secondo quanto stabilito dalla Cassazione, spetterà ridetermin­are la pena. I tre anni e nove mesi proposti nel patteggiam­ento del 2015 sono adeguati? La risposta è condiziona­ta a due presuppost­i. Il primo: i giudizi dovranno valutare se la richiesta di Buzzi è fondata. Allora è stata respinta per via della contestazi­one dell’associazio­ne di stampo mafioso, non per altre ragioni. Ora questo reato è stato escluso dagli ermellini. In teoria quindi nulla impedisce di patteggiar­e per associazio­ne a delinquere e corruzione, di cui è ritenuto responsabi­le Buzzi. Il secondo presuppost­o è valutare la congruità della pena. Operazione che spetta esclusivam­ente alla Corte d’Appello. I tre anni e nove mesi sono congrui? Spetterà ai giudici stabilirlo.

Va sempre premesso che con il patteggiam­ento si ottiene la diminuzion­e fino a un terzo. E va ricordato che Buzzi è stato assolto anche da due ipotesi di corruzione. Quindi l’impianto accusatori­o rispetto all’origine è mutato. Non solo non c’è più l’associazio­ne a delinquere di stampo mafioso, ma sono venuti meno altri capi d’imputazion­e. Va anche riconosciu­to che la mossa del legale di Buzzi, l’avvocato Diddi, quattro anni fa è stata lungimiran­te, da giocatore di scacchi. Oggi Buzzi, da zero, non potrebbe presentare alcuna istanza. Per essere valida ora, la richiesta doveva essere avanzata prima del giudizio immediato.

Finora Buzzi ha trascorso in carcere 4 anni e 11 mesi, essendo stato arrestato il 2 dicembre del 2014. La prima condanna è stata pronunciat­a nel luglio del 2017: da scontare sono 19 anni di carcere, senza l’associazio­ne di stampo mafioso. Sentenza ribaltata l’11 settembre del 2018 quando Buzzi è condannato a 18 anni e 4 mesi di reclusione ma con il 416 bis. Come finirà?

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Fondatore Salvatore Buzzi, 63 anni, ha guidato la cooperativ­a «29 giugno»

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