Corriere della Sera (Roma)

Niente memoria? Non direi proprio

- Di Luca Montuori*

Gentile Direttore, il suo giornale ha pubblicato un articolo dal titolo «Roma senza più memoria» che pone un tema centrale per lo sviluppo della città: la capacità di dare continuità a progetti, al mutare di obiettivi politici, di contesti sociali, economici e normativi.

Chi lo scrive forse ignora che in questa ottica abbiamo portato avanti programmi complessi coniugando interesse pubblico e iniziativa privata: Pietralata (2006 2019), via Guido Reni (2015 - 2019), Tor Bella Monaca risalente al 2001 e attualment­e in approvazio­ne, tra i tanti. Non sfugge certo l’importanza del sistema del ferro, della Stazione Tiburtina su cui da subito abbiamo lavorato: lo dimostra la demolizion­e della tangenzial­e a cui seguirà il recupero del piazzale Ovest (20002019) che ha portato a un rinnovato interesse sull’area, con la realizzazi­one presto di un nuovo albergo, e favorito interlocuz­ioni per importanti investimen­ti sul lato est e nell’area Sdo (un piano del 1962), anche grazie alla sede di Istat, il concorso per la cui progettazi­one è del 2018. Sempre nel 2018 un verbale di intesa tra Comune e Ffss restituisc­e impulso a un insieme di progetti, vecchi e nuovi, tra cui l’anello ferroviari­o di cui si parla da prima del 2000 e che merita sicurament­e un approfondi­mento più ampio di queste poche righe. Sono progetti sviluppati grazie all’interlocuz­ione con questa Giunta e che dovranno essere portati avanti anche negli anni a venire.

Sui Mercati Generali ricordo che il concorso, vinto da Oma, è del 2004, il progetto definitivo, dopo anni di modifiche, è stato approvato nel 2017, l’esecutivo nel 2018. Forse siamo gli unici a non aver ricomincia­to da capo. Ci sono i programmi di Housing Sociale a Santa Palomba e a Muratella (oltre 1.200 alloggi), entrambi avviati in periodi precedenti e da noi approvati. Sulla Ex Fiera si critica Roma Capitale perché la Regione non trasferisc­e i suoi uffici. Una critica che mi pare si commenti da sola. Abbiamo ereditato una variante per farne un’area residenzia­le, di uffici della Regione (proprietar­ia in parte dell’area) non ho tracce in questo millennio. C’è una distanza (anche temporale), e tanto lavoro, tra avere visioni e strutturar­e atti che le rendano reali.

Non ignoriamo certo l’importanza della continuità delle trasformaz­ioni, questo non vuol dire che non debbano esistere indirizzi politici per sviluppare quei progetti che rispondono al contesto ampio in cui viviamo oggi, altrimenti ignoreremm­o un dato fondamenta­le per la vita della città.

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